Economia & Società / Biella
Martedì 26 Novembre 2024
Sinergie nelle filiere della Moda
L’annuncio. Le Federazioni di riferimento assumono nuove denominazioni e una voce più forte ai tavoli istituzionali
«In un momento delicato di mercato si deve giocare d’attacco. Abbiamo aziende da salvaguardare e, dandoci una connotazione univoca, saremo a bordo di una nave con un’unica rotta che rappresenta l’intero mondo di una filiera straordinaria. L’operazione è strategica, fondamentale per il Made in Italy». Così Vincenzo Marinese, vicepresidente di Confindustria per l’Organizzazione e i Rapporti con i Territori e le Categorie, ha presentato il nuovo assetto che dal primo gennaio affianca Confindustria Accessori Moda, guidata da Giovanna Ceolini per i comparti della Pelle (calzaturiero, pelletteria, pellicceria, concia) a Confindustria Moda in rappresentanza del tessile abbigliamento, nome che archivia di fatto la sigla di Sistema Moda Italia. Sergio Tamborini resta dunque al timone della rinata Federazione.
Il mondo produttivo delle due anime ha un turnover di 100 miliardi, impiega più di 500.000 lavoratori e comprende oltre 50.000 imprese; numeri che fanno dell’Italia il primo esportatore di tessile, moda, accessori in Europa (il 2° nel mondo dopo la Cina), con un saldo commerciale 2023 di oltre 26 miliardi.
«Rinunciare al nome Smi con una storia di quasi 20 anni, è oggi una necessità. La moda non è fatta solo di sfilate e lustrini. Ha fabbriche e imprese che producono, comprende il Tessile arredo (sinergico al Mobile) e il Tecnico, il più strutturato d’Europa con 7 miliardi di fatturato. E’ fondamentale tutelare le istanze del settore, la trasparenza della filiera, la certezza del diritto alla formazione e le azioni sui mercati internazionali, temi che già vedono le due realtà agire di concerto sui tavoli istituzionali. Proseguirà immutato il nostro impegno nella gestione della complessa transizione sostenibile che ci aspetta affrontando le sfide che i nuovi assetti internazionali si prospettano per il settore» spiega Tamborini.
Dopo l’uscita di Smi da Confindustria Moda 10 mesi fa, il dialogo si è disteso. «Era venuto il momento di fermarsi» prosegue. «Abbiamo fatto un passo indietro per farne tre avanti. Si doveva fare chiarezza e ora la sinergia funzionerà ancora di più. Vogliamo parlare all’unisono nel nome di una politica industriale vera. Se non lo si è fatto prima ora la nostra manifattura avrà una voce più forte».
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