Economia & Società / Biella
Mercoledì 06 Novembre 2024
UIB: «Sui “Controllori di Stato”, il no delle imprese»
La Legge di Bilancio 2025 prevede la presenza di un rappresentante nominato dal MEF all’interno degli organi di controllo di società per azioni, cooperative, fondazioni e associazioni che ricevano contributi statali oltre una soglia di 100mila euro
L’articolo 112 della Legge di Bilancio 2025 prevede la presenza di un rappresentante nominato dal MEF (Ministero delle Finanze) all’interno degli organi di controllo di società per azioni, cooperative, fondazioni e associazioni che ricevano contributi statali oltre una soglia minima. Tale soglia dovrà essere stabilita da un DPCM che dovrà essere emanato entro 90 giorni dall’approvazione della Legge di Bilancio. In sede di prima applicazione, la soglia è fissata in 100.000 euro annui. Successivamente sarà obbligatorio inserire un rappresentante del ministero che andrà a sostituire un membro del collegio di sindaci o revisori.
«L’obiettivo dichiarato di tale norma sarebbe un maggior controllo da parte dello Stato rispetto all’uso dei fondi pubblici concessi alle aziende» commenta Paolo Barberis Canonico, presidente dell’Unione Industriale Biellese «ma, senza considerare il ruolo di controllo che già rivestono sindaci e revisori, è gravissima l’ingerenza statale nell’autonomia societaria che si crea con questa norma, che non tiene conto di principi fondamentali come la terzietà e l’indipendenza dell’attività privata. Il principio che sembra avere generato questa norma, parrebbe derivare dal convincimento che delle aziende non ci si può fidare e che nella loro gestione debbano essere tenute sotto stretto e diretto controllo da parte dello Stato. Principio che, come correttamente sottolineato in alcuni articoli di stampa, appartiene tipicamente a regimi illiberali e non democratici» continua il presidente di Uib.
«Stupisce che questo Governo che ha fatto e fa della battaglia per la semplificazione e per libertà d’impresa i suoi caposaldi strategici, possa anche solo ipotizzare e proporre norme che ledono in maniera così eclatante l’autonomia gestionale nonché la fiducia e la dignità delle aziende.E’ francamente inaccettabile l’ingerenza di un “controllore di Stato”, pagato dalle imprese, che rischia di appesantire ulteriormente il peso che grava su chi crede nella libera impresa e penalizzare non solo chi già investe in Italia, ma anche chi vorrebbe attrarre nuovi investimenti nel nostro Paese. Per queste evidenti ragioni, l’auspicio è che tale norma venga immediatamente eliminata dal testo finale della Legge di Bilancio».
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