Vino: si teme ripercussione
sul mercato italiano

Tenute Sella. I dazi potrebbero generare una competitività interna

«L’eventuale introduzione di dazi sulle importazioni di vino in Usa è un tema che sta tenendo in allerta il settore vinicolo italiano. Per Tenute Sella, l’impatto diretto sarebbe contenuto, attualmente esportiamo negli Stati Uniti solo il 3% della nostra produzione». Riccardo Giovannini, enologo e ad di Tenute Sella commenta la situazione che si è creata a seguito dei recenti annunci del presidente americano. «Tuttavia, la vera preoccupazione riguarda l’effetto indiretto. Se le grandi aziende italiane, fortemente presenti negli Stati Uniti, vedessero ridursi il loro mercato Oltreoceano, sposterebbero inevitabilmente i loro vini verso altri mercati, tra cui l’Italia. Questo aumento dell’offerta potrebbe generare una pressione competitiva significativa anche per i produttori biellesi, che si troverebbero a fronteggiare un mercato interno più affollato».

Tenute Sella, oltre una ventina di ettari sulle colline di Lessona e Bramaterra (e circa 150 mila bottiglie di produzione annua distribuite in tutta Italia e in oltre 10 paesi del mondo) è la più antica azienda produttrice di vino del Biellese che data la sua nascita al 1671.

«La nostra forza risiede nella qualità e nell’identità unica della nostra terra. Il Biellese non gioca la partita dei volumi, ma quella del valore. I nostri vini raccontano una storia di tradizione, territorio e autenticità, elementi che trovano sempre più spazio tra i consumatori, sia in Italia che all’estero. L’incertezza geopolitica è una costante con cui dobbiamo convivere, ma il nostro impegno rimane saldo: lavorare per consolidare la reputazione del Biellese nel panorama enologico e valorizzare le nostre eccellenze, facendo della qualità il nostro miglior antidoto alle turbolenze dei mercati globali».

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