PAROLE - Fantozzi, Filini e la biciclettona alla bersagliera

“Fantozzi venghi che facciamo una foto. Eh su venghi. Che sarà mai una foto. Guardi che bella bicicletta. Eh su, non stii li impalato. C’è anche la signorina Silvani”.

“Mahh, se proprio devo. Mah, è sicuro che non cadi”.

“Eh che sarà mai. Non è mai salito su una biciclettona? Su avanti, alla bersagliera”.

“Mah come, ah. È sicuro. Eh allora vado”.

Deve essere andata più o meno così nel tardo pomeriggio di domenica. C’è da esserne sicuri. Non so bene chi sia stato il ragionier Filini e chi il ragionier Ugo Fantozzi, ma deve essere andata più o meno così. Già, che sarà mai una foto su quella bicicletta gigante. C’è anche l’artista che l’ha fatta, l’opera d’arte.

A parte i congiuntivi, sui quali dovrebbe e potrebbe essere andata diversamente, sul resto c’è da giurarci sulle ceneri di una biciclettona che aveva ammaliato biellesi e turisti in un mese, quello del Giro d’Italia.

Al netto del braccio fratturato del povero consigliere Corrado Neggia questa storia da qualsiasi parte la si guardi ha il bollino del tragicomico. Perché che la biciclettona, sulla quale ogni giorni sembra crescere il numero delle persone saliteci, cada addosso al sindaco e al vice sindaco che stavano lì per una fotografia ricordo non può far altro che ridere o sorridere almeno, oltre che fare il giro d’Italia (delle notizie) più veloce di Pogacar. Ed è probabile che l’accaduto abbia fatto sorridere anche chi su quel prato delle oche è dovuto intervenire allertato da una chiamata del tipo: “Venite, ci sono sindaco e vice sindaco sotto alla biciclettona”. E dimenticate le paure è probabile che tutto un domani faccia sorridere pure a quell’elenco di persone trovatesi attorno a quella bici caduta per una foto che più che ricordo resterà per sempre solo un ricordo.

“Avanti signori, venghino su, una bella foto di gruppo. Fantozzi stii serio. Ragionier Colsi si sporghi un po’ di più e lei ragionier Mughini si metti più in alto. Geometra Calboni facci il bravo e lei signorina Silvani non sorridi troppo. Che faccio, scatto?”.

Tutti a Oropa, tutti in posa, tutti sulla biciclettona che non c’è più. E passato lo spavento, magari, tutti al Deiro a prendere tre scotches.

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