Per una Pedemontana che finalmente pare partita con il suo cantiere e il suo lunghissimo conto alla rovescia, c’è l’ormai arcinoto “raddoppio” della Trossi, che poi raddoppio non è, che sembra stentare a partire come una macchina con la batteria che la fa balbettare. La nuova Trossi per il momento è rimasta nell’aula del consiglio provinciale. La vicenda, a parte essere l’ennesima dimostrazione che le strade qualche grattacapo qui ce lo creano, è l’altrettanto chiara evidenza che la politica sembra troppo spesso metterci del suo per aumentare l’indifferenza della sua utenza, vale a dire i cittadini.
Più che del cantiere che avrebbe dovuto essere, la strada ha assunto adesso la fisionomia di una pura partita politica, conferitole a pieno titolo dagli sviluppi in consiglio per rimandare una votazione sulla variazione di bilancio che non “passando” avrebbe affossato il progetto. Ecco, esattamente quello che la gente non avrebbe voluto. In questa forma si intende. Perché se ogni posizione e ogni pensiero è legittimo e lecito, auspicabile in un contesto pubblico, resta da capire come mai un’opera del genere, in attesa di sapere se sarà o no, si sia incagliata, solo o purtroppo a seconda dei punti di vista, in quello che avrebbe dovuto essere il suo atto finale prima dell’entrata in campo delle ruspe. Con i cittadini che ancora erano fermi ad una domanda: vale la pena spendere circa 12 milioni di euro per poco più di mille e cinquecento metri di strada? Che poi sono più di 7mila euro al metro. Ciò che fa disaffezionare alla cosa pubblica è proprio il modus operandi che oggi nello specifico sulla Trossi, di cui non si sa se lasci o raddoppi, ci conferma di come la politica voglia continuare a dare risposte a se stessa prima che ai cittadini. Proseguendo a lasciarci il tarlo che se anche avremo la soluzione migliore, quella non sarà giunta come avrebbe dovuto.
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