PAROLE - Le vittorie che prima passano dal gruppo

Oro che più oro non si può. È quello magico che hanno conquistato domenica le ragazze della pallavolo all’Olimpiade di Parigi. Suscitando un’emozione davvero rilevante, popolare, popolarissima, già chiaramente manifestatasi ancora prima della netta vittoria sugli Stati Uniti. Già, perché come già successo in passato, anche quello delle ragazze guidate dal mago di difesa e attacco, ma soprattutto di mente, Julio Velasco, è diventato un momento di partecipazione e condivisione, di passione e sofferenza, di gioia e orgoglio. Si capisce che è così quando a tifare e sudare, a imprecare e sperare davanti alla tivù resta incollato anche chi non particolarmente appassionato a quello sport e neppure troppo conoscitore di quella disciplina, ma solo rapito da quell’epica partita e da quel senso di appartenenza.

La storia vincente delle azzurre ci racconta ancora una volta questo. Come la maggior parte degli incredibili o imprevedibili successi di squadra passi quasi sempre attraverso la forza del gruppo. Di un gruppo che diventa più forte di tutto, che va a sopperire anche a differenze tecniche (e non è sembrato essere il caso di queste splendide pallavoliste), che diventa una famiglia in quel campo di gioco infuocato. Gli esempi al riguardo si perdono nella notte dei tempi: bello che una squadra nazionale ce lo abbia ricordato in un’Olimpiade. Fino alla fine, fino all’ultimo recupero, fino all’ultima schiacciata, fino a quello scambio di medaglie tra le “due capitane” Danesi e Sylla che un po’ di brividi belli li ha messi.

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