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Venerdì 28 Marzo 2025
Anffas, insieme da 60 anni:
un open day per festeggiare
Oggi il centro diurno apre al pubblico per presentare le tante attività con gli ospiti. Manavella: «Un traguardo importante»
Alcuni traguardi vanno festeggiati insieme, per gioire del percorso fatto e riempire di significato i progetti futuri: è ciò che accadrà all’Anffas di Gaglianico, nella sede che accoglie persone con disabilità da 60 anni.
Questa lunga strada compiuta insieme dall’associazione biellese, sezione della nazionale “Associazione Nazionale Famiglie di Fanciulli ed Adulti Subnormali”, è l’occasione scelta per festeggiare oggi, con un open day al Centro diurno.
Famiglie, amici e persone che vogliano conoscere le attività e i progetti che da anni vengono messi in campo dall’associazione sono invitati all’incontro che avrà diversi momenti ludici e un rinfresco finale.
L’invito di Ivo Manavella
«Si tratta di un traguardo importante, che vogliamo condividere con il territorio» spiega Ivo Manavella, presidente della Cooperativa Sociale Integrazione Biellese, braccio operativo di Anffas. «Nessun discorso ufficiale, se non i saluti della padrona di casa, la presidente Maria Teresa Rizza, agli ospiti. E poi spazio ai veri protagonisti della giornata, che saranno i ragazzi e le ragazze che frequentano gli spazi del Centro diurno, che mostreranno le attività e i laboratori che sono stati portati avanti nel corso degli anni e caratterizzano il nostro lavoro, coadiuvati dagli operatori. Nessuno meglio di loro può raccontare la filosofia che sta alla base di tutto quello che facciamo nella nostra sede. L’obiettivo della giornata è di aprirci ulteriormente alle persone e al territorio, invitando tutti a varcare la soglia della nostra sede».
Le attività di Anffas
La sezione Anffas biellese fu fondata nel 1966, 8 anni dopo l’istituzione dell’associazione nazionale. Le persone che contribuirono alla fondazione possono essere considerate pioniere del sociale: intrapresero per primi una strada che oggi appare normale all’interno delle varie istituzioni che si occupano di disabilità. Ma va ricordato che a quell’epoca si trattò anche di liberare i disabili dai manicomi e dagli istituti dove comunemente venivano collocati in mancanza di una famiglia che fosse in grado di occuparsene, di restituire loro la dignità che la società dell’epoca non era disposta a riconoscere e di offrire loro un luogo e cure e un futuro che non fosse segnato unicamente dall’emarginazione sociale.
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