«Con la band Jail Jam
abbiamo piantato semi di speranza»

Da un anno il gruppo musicale composto da sette detenuti si riunisce per suonare insieme. Don Vitali: «Un grido di gioia e fiducia nel futuro»

Un respiro di gioia, a pieni polmoni: l’emozione che hanno provato i componenti della Jail Jam durante il concerto dei giorni scorsi al teatro Don Minzoni di Biella ha l’eccezionalità propria degli eventi che accadono molto di rado. E di straordinarietà si può parlare a ragione, perché la band in questione è composta da sette detenuti della casa circondariale di Biella.

Basso, chitarra elettrica, batteria, tastiere e mixer sono gli strumenti che hanno dato voce alla loro comune passione per la musica. Del progetto si sono interessati il cappellano del carcere don Marco Vitali e i volontari dell’associazione Hope Club, che hanno organizzato la serata al Don Minzoni in collaborazione con l’amministrazione carceraria. Giovedì scorso c’è stata poi la replica all’interno della casa circondariale.

«Questo progetto ha portato semi di speranza tra i detenuti e il pubblico che ha assistito alla serata. I ragazzi hanno iniziato a riunirsi per provare a suonare circa un anno fa» racconta don Marco. «Il loro lavoro è stato intenso: dapprima abbiamo cercato gli strumenti musicali (per questo ringraziamo i negozi Rigola e Disco d’Oro). A quel punto i musicisti hanno preparato un repertorio con brani rock da interpretare nei due eventi. Molti hanno definito come particolarmente toccante la loro esibizione: dal palco arrivava tanta energia positiva. I sette componenti della band sono persone sensibili, dotate di talento e pronte a riscattarsi. Hanno scelto la musica come mezzo per comunicare con l’esterno e il loro grido di speranza è arrivato al cuore dei presenti. Per loro esibirsi in pubblico è stata una sorta di rinascita. Ed è grande l’esempio che ci hanno dato: ci hanno ricordato che la libertà non è uno spazio aperto, ma è partecipazione e condivisione».

Intenso è anche l’impegno che i volontari di Hope Club dedicano ai detenuti. Oltre al progetto della Jail Jam band, l’associazione biellese aiuta i carcerati che non hanno disponibilità economiche con la raccolta e distribuzione di vestiti e prodotti per l’igiene personale. Spiega Edoardo Blotto: «Stiamo lavorando anche al giornalino del carcere, e presto verrà pubblicato il primo numero. Da tempo organizziamo un cineforum con proiezioni mensili, ed è disponibile un’audioteca con un’ampia raccolta di cd. Un’altra opportunità che abbiamo introdotto in carcere è il servizio dentistico, con un professionista volontario».

Hope Club è attivo in carcere con una quindicina di persone che dedicano alle attività una parte del proprio tempo. «Molto è riservato ai colloqui con i detenuti, per ascoltarli e dare loro un sostegno. Spesso li accompagniamo durante i permessi e a gennaio daremo un aiuto anche alle famiglie che provengono da lontano: sarà disponibile un appartamento per ospitare temporaneamente i parenti che arrivano a Biella per i colloqui. Per quanto riguarda l’esterno invece, siamo impegnati in attività di sensibilizzazione sul tema del carcere».

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