Biella lascia Iris e vuole fare Consorzio a sé

Nel socio assistenziale. Avviato l’iter perché la Regione riconosca il Comune come Ambito: «L’entità di alcuni fenomeni sociali della realtà cittadina necessitano di una programmazione e realizzazione di servizi dedicata»

Il Comune di Biella lascia Iris, il Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali di cui fa parte con una buona fetta di altri Comuni biellesi (l’altra rientra in Cissabo).

Una decisione che arriva, almeno pubblicamente, un po’ d’improvviso, ma che porta con sè indicazioni ben precise sulla volontà dell’amministrazione cittadina di darsi traguardi e provare a raggiungerli.

«La città di Biella ha avviato l’iter amministrativo necessario affinché la Regione, nell’ambito del processo di definizione degli Ambiti Territoriali Sociali regionali, riconosca il nostro Comune come Ambito, sanando così l’anomalia di gestione ibrida della funzione sociale, assunta direttamente e in forma autonoma per alcune materie e delegata per altre al Consorzio Iris, rappresentando un unicum nella nostra Regione. L’avvio della procedura è in coerenza con le esigenze diverse, per dimensioni e caratteristiche urbane e sociali, della città capoluogo rispetto agli altri Comuni».

Così esplicita una nota di Palazzo Oropa uscita lunedì all’ora di pranzo. Biella nel tempo aveva già ridotto di molto il “ricorso” a Iris per l’erogazione di servizi, tanto che la quota pro capite versata nelle casse del Consorzio è di circa 16 euro contro cifre quasi triple di altre amministrazioni. Al riguardo precisa sempre la nota stampa: «Con una crescente diffusione di condizioni di povertà e una crescente sensibilità normativa, nei documenti di programmazione nazionale sono stati definiti vari livelli essenziali di prestazioni sociali, da garantirsi sui territori degli Ambiti Territoriali Sociali, con annessa assegnazione di risorse dedicate. L’Ambito Territoriale Sociale è individuato come dimensione territoriale e organizzativa necessaria in cui programmare, coordinare, realizzare e gestire gli interventi, i servizi e le attività utili al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. L’individuazione della città di Biella come Ambito Territoriale Sociale è una tappa necessaria: l’entità di alcuni fenomeni sociali che caratterizzano la realtà cittadina necessitano di una programmazione e realizzazione di servizi dedicata, motivo per cui già nel 2024 si è dato corso al reintegro di una delle funzioni delegate al consorzio, partendo dalla tematica della marginalità estrema».

Insomma, Biella intende fare consorzio a se stante, dando così peso chiaro e netto alla propria linea, potendo operare con tempi differenti nell’ottica, evidentemente, di una politica di servizio non di attesa ma di decisione e di risposta ancora più immediata ai suoi cittadini.

La lunga trafila burocratica farà effettivamente uscire il capoluogo da Iris (che si occupa di servizi a famiglia, minori, anziani, portatori di handicap) solo a marzo 2027, nel frattempo «si tratta di ricollocare le residuali funzioni delegate perché anche il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione possano trasferire a Biella i finanziamenti dedicati alla realizzazione di interventi e servizi sociali per i nostri cittadini».

Per il sindaco Marzio Olivero l’operazione porterà un «beneficio alla città, senza mettere in difficoltà gli altri Comuni aderenti al Consorzio, proprio perché l’incidenza del capoluogo si è già ridotta da tempo». E quest’ultimo punto deve essere stato quello più significativo nella valutazione dell’uscita, al netto di costi-benefici per l’amministrazione e di conseguenza per i cittadini bisognosi. Perché certo nell’ottica di Biella abbandonare il Consorzio non significa ridurre sostegno a chi in difficoltà, ma gestirlo in maniera diversa e più diretta. Sempre Olivero, infine, auspica che «l’operazione possa rappresentare un’opportunità per i Consorzi Iris e Cissabo di procedere ad una fusione grazie alla maggior omogeneità dei servizi forniti dai due enti ai comuni loro consorziati».

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