Candidati a confronto, l’applausometro premia BiYoung

Al terzo faccia a faccia di sabato 25 dedicato ai giovani le piste ciclabili fanno sussultare i quattro aspiranti sindaci

Pacato come i due precedenti, con forse un unico sussulto quando si è parlato di piste ciclabili, un po’ più partecipato a giudicare dalle poltrone occupate nell’auditorium di Città Studi, soprattutto nobile nell’intento, quello di colmare la distanza tra la generazione di minoranza, quella dei giovani, e il mondo della politica che è più vicino anche anagraficamente alla maggioranza dei biellesi dove l’età media è di cinquant’anni: il terzo confronto pubblico di sabato 25 organizzato da BiYoung e dalla Consulta provinciale studentesca ha portato quattro dei cinque candidati alla poltrona di sindaco (unico assente, come nei due precedenti, è stato il comunista Daniele Dellamontà) a esporre le proprie idee sui temi più cari ai giovani, dalla scelta di lasciare Biella allo sviluppo del polo universitario, fino alle ipotesi di futuro legate a servizi e turismo.

Pacato è stato anche il pubblico che ha dispensato applausi “quadripartisan” dopo ogni risposta di Marta Bruschi (centrosinistra), Andrea Foglio Bonda (civici di centro), Marzio Olivero (centrodestra) e Riccardo Ramella (Nova Bugella) regalandone uno più caldo della media solo al presidente di BiYoung Antonio Camurati a fine faccia a faccia, quando ha chiuso la sua mattinata da moderatore ringraziando i presenti e rivendicando la presa di responsabilità della sua generazione per provare a capire meglio e a incidere sulla vita della città. Quanto al dibattito, a lungo le differenze tra le posizioni dei candidati sono apparse quasi sfumature. Tutti sono convinti che una delle linee di sviluppo di Biella passi da Città Studi e dalla sua trasformazione in vero polo universitario. Ma occorrono anche servizi a corredo, come trasporti urbani e collegamenti verso l’esterno (Marta Bruschi) o un ambiente accogliente per chi arriva da lontano (Andrea Foglio Bonda) o anche prospettive per fermarsi a vivere qui lavorando per aziende che hanno sede altrove (Marzio Olivero). Riccardo Ramella ha stigmatizzato la scarsa capacità di diversificazione di Biella, la cui «impronta monotematica limita le scelte per i giovani». Il candidato di Nova Bugella ha proposto anche un tavolo di confronto continuo per aiutare l’amministrazione ad avere prospettive di lungo termine «perché la nostra, per ragioni anagrafiche, non può che essere a cinque-dieci anni». Più dettagliate le idee di Bruschi («Biella non è abituata agli affitti brevi: immaginiamo uno sportello dedicato per mettere in contatto l’offerta e la domanda degli studenti»), più pungente l’osservazione di Foglio Bonda: «Su Città Studi e il suo sviluppo tutti hanno fatto la loro parte tranne il Comune». Quando Marzio Olivero, parlando dei collegamenti ora insufficienti tra il polo universitario e la città, ha menzionato il maxiprogetto di Enerbit per le stazioni di bici elettriche a noleggio a Biella e nei paesi della cintura, qualche onda di polemica ha smosso lo stagno di pacatezza: «Ci si chiede perché, a questo punto, si siano volute demolire le piste ciclabili in questa legislatura di centrodestra anziché realizzarne di nuove». Quando Olivero si è difeso menzionando gli anni complicati tra pandemia, economia condizionata dalla situazione geopolitica internazionale e gli interventi pesanti per salvare Seab o far ripartire le funivie di Oropa, lo ha rintuzzato Foglio Bonda: «Le piste ciclabili non sono state accantonate per soldi ma per ragioni economiche».

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