Diritti e accoglienza (e due candidati in meno) al confronto di Luminosa
All’appuntamento tra gli aspiranti sindaci di Biella assente anche Marzio Olivero. Le parole dei tre contendenti
Quattro candidati al primo confronto, ancora uno di meno al secondo: il faccia a faccia tra aspiranti sindaci di Biella di martedì sera, voluto dalla rete Luminosa, ha visto la defezione non solo del comunista Daniele Dellamontà, già assente al Museo del Territorio nell’appuntamento del quotidiano La Stampa, ma anche di Marzio Olivero. Il rappresentante del centrodestra, come ha annunciato a inizio dibattito il portavoce dell’organizzazione Domenico Cipolat, «è stato convocato per un impegno improvviso a Roma». Sono così rimasti, davanti a un pubblico fatto soprattutto dalle associazioni stesse della rete e a quello (probabilmente sparuto) via web di Retebiella, in tre: Marta Bruschi, Andrea Foglio Bonda e Riccardo Ramella si sono confrontati sui temi scelti da Luminosa che li ha voluti interrogare su memoria e diritti, pace e disarmo, sostegno ai più deboli, accoglienza e integrazione.
Per ciascuno è stata comunque l’occasione di sottolineare alcuni punti di identità. Sulla memoria, per esempio, ci si è concentrati su Villa Schneider, «un luogo sacro» come ha detto il centrista civico Foglio Bonda «e mi piange il cuore anche solo a vedere le erbacce che crescono nel piazzale». La prigione delle torture ai partigiani della polizia politica tedesca durante l’occupazione nazifascista «dovrebbe essere tutta dedicata alla memoria di quegli anni, con un museo e una biblioteca a tema» secondo Marta Bruschi del centrosinistra «e compreso il seminterrato da restaurare. Ho sempre partecipato alle manifestazioni come la fiaccolata del 24 aprile per la Liberazione, come cittadina. Lo farei anche da sindaca e mi sono stupita di non aver visto in questi anni il primo cittadino con la fascia tricolore». Riccardo Ramella ha parlato di memoria «a 360 gradi da coltivare fin dalle scuole».
Più marcate sono state le differenze del candidato di Nova Bugella rispetto agli altri due ospiti sui temi sociali: «L’impressione è che le istituzioni se ne siano lavate le mani delegando al terzo settore. Ma deve essere il Comune a coordinare e guidare l’assistenza». Non è d’accordo Andrea Foglio Bonda: «Avere cura dei cittadini è una questione di comunità». Marta Bruschi, alla richiesta diretta di avere più sostegno pubblico per Emergenza Freddo, il progetto che offre un riparo ai senza fissa dimora in inverno, ha detto: «Dare più soldi sarebbe piccolo cabotaggio, meglio sedersi attorno a un tavolo e valutare tutte le esigenze».
Il tema delle migrazioni e dell’integrazione ha permesso anche di scoprire storie personali, come quella di Ramella che ha lavorato all’estero per quasi vent’anni, «e il mio bisnonno era stato emigrante a inizio Novecento». O come quella di Bruschi che ha svelato di aver acquistato un piccolo appartamento e di averlo messo in affitto a prezzo bassissimo («Il costo della rata del mutuo») per persone accolte da Biella. «Ma prima di tutto» ha detto Andrea Foglio Bonda «occorre una rivoluzione di pensiero: una persona non è mai un problema ma è sempre, prima di tutto, una persona».
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