Le prime parole di Boccadelli. E le prime polemiche
La nuova garante dei detenuti: «La mia missione è l’ascolto». Basso e Cogotti (Pd) protestano su metodo e applicazione del regolamento
«La mia missione sarà quella di offrirmi all’ascolto» è il proposito che Marisa Boccadelli, nuova garante per i diritti dei detenuti, ha affidato a Il Biellese, nella prima dichiarazione pubblica dopo l’elezione. «Non ho mai militato in nessun partito e non ho tessere» ha aggiunto. «Metto a disposizione il mio tempo, la mia passione civile e non accetto strumentalizzazioni». Le polemiche intorno alla sua nomina però continuano a ribollire, dopo i primi segnali di malcontento durante il consiglio comunale di martedì, quando il voto e la discussione che lo ha preceduto in aula si sono svolti a porte chiuse, con le stesse candidate (l’altra ad aver mandato il suo curriculum è la radicale e militante di Nessuno Tocchi Caino Federica Valcauda) lasciate fuori dall’emiciclo di palazzo Oropa. Boccadelli è stata alla fine eletta con i voti del centrodestra, Valcauda ha ricevuto l’appoggio dei tre consiglieri di Buongiorno Biella e di CostruiAmo Biella, mentre Pd, Biella c’è e Movimento 5 Stelle sono usciti dall’aula.
«La vicenda della nomina» scrive il consigliere del Pd Andrea Basso in un comunicato «ha evidenziato la condotta contraddittoria, utilitaristica e sfrontata della maggioranza». Basso critica, innanzitutto, la scelta di non aver convocato in commissione, invocando il regolamento che imporrebbe di ammettere solo sindaco, assessori, funzionari comunali e rappresentanti delle partecipate, le due candidate per un confronto preliminare. «Il 30 luglio però» prosegue Basso «la maggioranza respinse la proposta dell’opposizione di istituire la commissione barriere, ritenendo che nelle commissioni consiliari si dovessero sentire i rappresentanti del terzo settore. Hanno intenzione di cambiare l’interpretazione delle regole a seconda del momento?». Il consigliere del Pd lamenta anche il no del centrodestra a rinviare il voto per trovare un nome che potesse essere votato all’unanimità come era accaduto per la precedente garante Sonia Caronni nel 2021: «Negli organismi di controllo e vigilanza non dovrebbero mai prevalere logiche politiche e organi di scuderia come invece è avvenuto». Alle sue parole fanno eco quelle, via social, della compagna di partito e vicepresidente del consiglio comunale Greta Cogotti: «Si potevano percorrere tante strade, si poteva lavorare insieme come ci è stato detto e a quelle parole avevo creduto. Non perché sia una sprovveduta o perché veda sempre del buono negli altri, ma per il fatto che per quanto le idee possano essere diverse, si può trovare un punto di contatto. Nulla. Purtroppo ho dovuto assistere a scene pietose, a forzature del regolamento pur di non mostrare a tutta la cittadinanza un dibattito che dovrebbe essere pubblico. Segretezza in questo caso è tenere i cittadini all’oscuro. Non si vogliono polemiche di nessun tipo».
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