Canada. C’è un po’ di Biella anche a Vancouver

Se c’è una caratteristica di questa pagina che cerco sempre di rispettare, quando scrivo di luoghi fuori dal Biellese, questa è la ricerca di nostri riferimenti in quei posti lontani. Sono tanti i biellesi in giro per il mondo e mi piace molto conoscere le loro storie e raccontarvele, quasi a farle sembrare… dietro l’angolo. Non è certo così per Vancouver, città canadese sulla costa del Pacifico, visto che si trova praticamente dall’altra parte della Terra. Ma anche là ho trovato un po’ di Biella, grazie agli amici Maria Teresa Flecchia e Pier Luigi Piazza di Magnano, che ora si trovano in Canada. In chiusura della pagina vi parlerò appunto di alcuni biellesi che sono andati a lavorare là come professionisti nel settore ambientale e anche di una gelateria dove lavora come pasticcera una ragazza di Masserano.

Vivi e lascia vivere
La mia veloce ricerca su internet alla voce Vancouver mi porta a scrivere che è la terza città del Canada come popolazione, ma anche “la più tranquilla, sicura, ordinata, ricca e verde che più verde non si può”. La città si chiama così in onore di George Vancouver, l'ufficiale della Royal Navy che esplorò la costa nordoccidentale del Pacifico tra il 1791 e il 1794.
Vista dall’alto Vancouver mi sembra una piccola Manhattan e, come per la Grande Mela, il centro con i grattacieli è su di una penisola circondata dal mare e da fiumi. E come New York è protetta dalle arie e dalle acque dell’oceano da un sistema di isole e fiordi che la fanno sembrare una città lacustre. Il clima è logicamente oceanico, con inverni relativamente miti e piovosi, con temperature medie che rimangono sopra lo zero ed estati fresche e soleggiate.
Gli abitanti del centro sono 630.000, mentre tutta l’area urbana ne conta quasi due milioni e mezzo.
Ma distribuiti tra grandi polmoni verdi, che a loro volta vanno a sfumare in colline coperte da boschi di conifere che preludono all’immensa foresta fluviale. Per questo, Vancouver è riconosciuta come una delle città più ecologiche e vivibili del mondo.

“Dentro” il mondo
Questo ha creato i presupposti per una popolazione molto differenziata: circa la metà dei residenti non sono di madre lingua inglese, con tante etnie diverse e una notevole vivacità multiculturale. Ne è la dimostrazione il fatto che la mostra più grande presente a Vancouver in questi giorni è dedicata alla Cappella Sistina.
Pensando al Canada stando a Biella si può avere l’impressione che Vancouver si trovi “fuori dal mondo” e non in quell’America del futuro che ogni tanto ci propinano nei telegiornali. In realtà, i confini con gli Stati Uniti sono a soli 25 chilometri e la città di Seattle, capitale dello stato di Washington e sede di colossi come Microsoft e Amazon, si trova a 225 chilometri di distanza, in pratica come da Milano a Bologna.
L’economia di Vancouver nasce storicamente dalle foreste, dalle miniere, dalla pesca e dall’agricoltura, tradizionali ed estese risorse della Columbia Britannica, lo stato federale canadese del quale è capitale. Ma poi il sistema economico si è evoluto e diversificato nel tempo, assumendo un’importanza vitale nel settore dei servizi e del turismo. Lo hanno dimostrato le Olimpiadi invernali del 2010, per le quali Vancouver ha ripreso il modello di Torino 2006 come esempio di sviluppo e di promozione territoriale. Le gare si svolgevano nelle vicine piste di Cypress Mountain, a 27 chilometri, e nella stazione invernale di Whistler, a 125 chilometri.
La città ha avuto una forte espansione nell'alta tecnologia, in particolare nello sviluppo dei videogiochi ed è diventata il più grande polo di produzione cinematografica del Nord America dopo Los Angeles e New York, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Hollywood del Nord”.

Una metropoli su misura
Ci sono a Vancouver oltre 350 chilometri di piste ciclabili si contano, disposti a corona, più di 30 campi di golf. Il rispetto per l'ambiente è dimostrato anche dal grande uso di auto elettriche, con oltre il 90% dell'energia cittadina che arriva da fonti rinnovabili.
Chinatown, nel cuore di Vancouver, è vivace e divertente, un luogo dove si trova di tutto tra locali, mercatini e negozi esotici. Robson Street è la via dello shopping nel centro: si snoda per un chilometro e mezzo tra negozi, boutique, terrazze e ristoranti di lusso, mentre di sera si anima con le esibizioni dei musicisti di strada. Grandville Island è una delle zone più popolari e divertenti con gallerie d'arte e boutique vintage, ma anche con un mercato con 200 bancarelle dove si mangiano cibi tipici.
Ma se andate a mangiare la pizza da Bibo, in un outlet non lontano dall’aeroporto o nell’altra loro pizzeria verso il centro città, potete chiedere tranquillamente una pizza Margherita e bere una birra Menabrea.

Esperienze golose
Sulla famosa Robson Street ha sede anche la pasticceria-gelateria D’oro Gelato&caffè, dove lavora come pasticcera Giorgia Zanone, originaria di Masserano. All’esterno si trova una freccia stradale che indica in 8983 chilometri la distanza con Roma, mentre altre frecce, girate al contrario, ci segnalano che il cappuccino e il vero espresso sono a pochi metri e si possono gustare dentro, con un preciso invito a tutti gli italiani di passaggio e in crisi di astinenza da caffeina.
Giorgia Zanone si trova in Canada dal 2015, dov’era andata per perfezionarsi nell’inglese e per mantenersi aveva iniziato a lavorare in questo esercizio. Ma vista la sua buona volontà e l’intraprendenza, i titolari l’hanno incoraggiata e iscritta alla Northwest Culinary Academy, dove è diventata pasticcera con tanto di titolo. E al D’oro è rimasta a lavorare, contribuendo al buon nome del locale, come testimoniano i commenti che potete leggere in internet:“il loro gelato alla fragola è celestiale, così come la piccola pasticceria…”

Di queste competenze avremmo bisogno qui…
Maria Teresa e Pier Piazza torneranno a casa a Magnano nella prossima settimana, ma sono a Vancouver da un paio di mesi per trovare la loro figlia e la sua famiglia, in Canada da quindici anni.
Arianna Piazza si è laureata a Torino in ingegneria ambientale, dove ha conosciuto il marito Paolo, anche lui piemontese. Quasi subito ha trovato lavoro negli uffici di Torino in una società canadese, la Golder Associates, una multinazionale con uffici in tutto il mondo, specializzata nei servizi di consulenza e progettazione nell’area dell’ingegneria ambientale e geotecnica.
Dopo tre anni ha sfruttato una opportunità di scambio nell’ufficio di Vancouver per sostituire una collega in maternità. Era il 2007 e quello che doveva essere un impegno temporaneo è diventata una scelta di vita. Anche il marito ha trovato lavoro nella stessa compagnia e ora godono, con i figli Simone e Alice, della cittadinanza canadese.

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