Conosco un giovane, che ha meno di 30 anni, uscito da un decennio con il diploma dalla scuola superiore, che vive un rapporto difficile con il mondo del lavoro. Dopo il diploma ha lavorato per brevi periodi in un paio strutture alberghiere, accettando di buon grado anche il lavoro festivo e notturno; poi, al cambio della proprietà è rimasto a casa insieme a tutti i suoi colleghi, sostituiti in blocco da lavoratori stranieri facenti capo a un’unica cooperativa. Dopo alcune esperienze da dimenticare nello stesso settore, ha trovato occupazione per quasi un anno in una società privata di recapito postale, percependo però solo un paio di stipendi parziali e neppure il rimborso delle spese di benzina per consegnare la posta. Si è quindi iscritto a un’agenzia interinale, che gli ha proposto un contratto con un’industria locale, dove ha lavorato, prestandosi a svolgere tutte le mansioni che gli venivano richieste e gli straordinari quasi ogni sabato, fino a che, dopo alcuni rinnovi di contratto e molte promesse, è stato lasciato a casa. Un’altra azienda tessile lo ha impiegato per un paio di mesi affidandogli il magazzino, senza però pagargli lo stipendio e alla sua richiesta di essere remunerato è stato risposto che se voleva fare esperienza avrebbe potuto fermarsi, ma di soldi non ce n’erano. A questo punto ha cominciato a presentare domande di impiego a tutte le aziende in ogni comparto a livello locale, ma ha trovato solo qualche furbo che lo ha impiegato senza pagarlo o pagandolo meno del pattuito per brevi periodi, prima di congedarlo. Il ragazzo sperava di trovare lavoro dopo avere letto che l’Unione Industriale dice che il tessile biellese avrà bisogno di molta manodopera nei prossimi anni. Inoltre, il governo non perde occasione di sottolineare le centinaia di migliaia di posti di lavoro creati con il “Jobs act”, per cui il giovane ha cominciato a credere di essere responsabile del suo insuccesso. E invece non sapeva che le sue disavventure erano conteggiate dalle statistiche del governo come posti di lavoro recuperati.
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