In questi giorni in molti si sono chiesti come mai, ogni volta che cade un po’ di neve, si scatenano polemiche virulente con accuse di negligenza dall’opposizione di turno alla maggioranza di turno. La prima risposta che mi viene in mente è perché da parecchio tempo la pulizia delle strade innevate o ghiacciate lascia a desiderare. Un compito che rappresenta un inevitabile confronto diretto con gli elettori, più di ogni jobs act o riforma costituzionale, in quanto per il cittadino è facile giudicare se, il giorno dopo la nevicata, si riesce a circolare con la macchina oppure no. Logico dunque che sia un momento temuto dagli amministratori. Ma perché non si riesce a provvedere per il meglio? Oltretutto in un territorio come Biella in cui la neve non è proprio un elemento estraneo, soprattutto in inverno. Tanti anni fa, ne cadeva ben di più, ma gli spazzaneve giravano a pieno regime, si assumevano spalatori avventizi e addirittura in via Italia si faceva scorrere l’acqua calda per liberare la strada. Oggi non capita più, ma non penso che sia tutta colpa degli amministratori. Un motivo di queste ricorrenti sconfitte invernali è infatti lo stato pietoso in cui versano gli enti locali, a cui per anni sono stati tagliati fondi e trasferimenti, le cui spese sono state bloccate da un assurdo patto di stabilità e che, come ha sentenziato da poco l’Europa, non riescono neppure a pagare in tempi decenti le imprese che svolgono i lavori. Il caso emblematico è la maggiore depositaria della funzione anti neve, la Provincia, che, in teoria (molto in teoria), dovrebbe essere stata abolita dalla legge Delrio, ma che invece tira ancora a campare tra dissesti e casse vuote per cercare di fare ciò che la pubblica amministrazione gli affida. Vaglielo a spiegare agli automobilisti che per andare da Cossato a Biella ci hanno messo più di 2 ore e mezza.
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