Nella seconda metà dell’800, con la pubblicazione di molti studi sulle proprietà terapeutiche dell’acqua, l’idroterapia vive il suo momento di gloria. La cura elioterapica, praticata in queste strutture, era utilizzata per trattare le persone affette da TBC. Lo stabilimento di Oropa Bagni, aperto nel 1850, fu la prima stazione termale italiana. Inizialmente sotto la guida del dottor Guelpa che riuscì a trasformare un vecchio cascinale in uno dei centri idroterapici più famosi d’Europa. Grazie alle sempre più numerose richieste, venne stilata una convenzione con le suore di Oropa per affittare le camere. Nel 1871 lo stabilimento venne ampliato e parzialmente ristrutturato. Nel 1880 il dottor Mazzucchetti divenne il nuovo direttore sanitario (in seguito, nel 1882 proprietario). Al termine dei lavori la capacità ricettiva dei bagni era di 400 persone. La nuova struttura non era solamente una casa di cura ma un hotel di lusso con sala biliardo, sale lettura e ristorante. In quell’epoca non era certo alla portata di tutti. Tra gli assidui frequentatori: Giosuè Carducci, Toscanini, il re Umberto I, il re Vittorio Emanuele Iii, Eleonora Duse. Sessant’anni di onorata gloria fino al 1910, anno in cui iniziano una serie di cessioni. I nobili oramai cercavano sempre più stravaganze e novità, l’idroterapia venne superata da nuove medicine alternative e negli anni ’50 il complesso venne definitivamente chiuso. La struttura fu venduta alla curia di Alessandria che per un periodo la utilizzò come colonia estiva ma, i costi di gestione annuale erano insostenibili rispetto le entrate dei tre mesi estivi, provocandone inevitabilmente la chiusura. Dal 1980 la struttura ed il terreno è di proprietà della Lauretana interessata alle fonti presenti nei terreni di pertinenza.
Nel biellese, oltre ad Oropa bagni, erano presenti altri sei stabilimenti idroterapici. Tre nel comune di Andorno, uno a Graglia, uno a Cossila e uno a Biella Piazzo.
Le tre strutture di Andorno erano così denominate: stabilimento idroterapico di Andorno (ora Domus letitiae) , casa di cura “la salute” (ora villa Barbisio) e stabilimento idroterapico grand hotel Sella (dal 1941 proprietà della società cappellificio Cervo) . Uomo di rilievo dei tre stabilimenti fu il dottor Vinaj.
Il grand hotel Sella venne acquistato nel 1880 da Secondo Vella che trasformò l’ex convento in un hotel di lusso affidandone la gestione ad Antonio Sella di Zumaglia che in un secondo tempo divenne proprietario e nel 1889, con la collaborazione del dottor Vinaj, aggiunse al lusso, il servizio di idroterapia. Al termine della I guerra mondiale Sella cede il complesso a Vinaj che chiude lo stabilimento idroterapico di Andorno per dedicarsi completamente a questa lussuosa struttura alberghiera. Riesce a mantenerla in attività fino al 1937, anno della chiusura definitiva.
Biella Piazzo bagni è da tutti conosciuto come palazzo Ferrero. Era il 1864 quando il dottor Ignazio Debernardi, insieme all’albergatore Giacinto Borrello, affittano l’antico palazzo di proprietà del Marchese Tommaso della Marmora e ne fanno uno stabilimento idroterapico. Dopo circa 35 anni venne chiuso.
Cossila Bagni. Le locandine pubblicizzavano l idroterapia moderna, il bagno idroelettrico, la pneumatoterapia, l’elettroterapia e i bagni di luce. Per la clientela era attivo un servizio navetta dalla stazione di Biella a Cossila. Il direttore sanitario era il dott Burgonzio. Lo stabile dopo la chiusura venne utilizzato come scuola e poi completamente ristrutturato per ricavarne appartamenti di pregio. Dopo il centro di Cossila, salendo verso Oropa, lo troviamo sulla destra, maestoso con le sue finestre ad arco.
Graglia bagni. La direzione sanitaria era affidata ad un rinnomato neuropatologo, il dottor Roasenda, docente dell’università di Torino. In questo centro idroterapico venivano effettuate sedute di ginnastica svedese, meccanoterapia, psicoterapia e dietaterapia. Due erano le strutture ricettive convenzionate: l’albergo ristorante dell’eco e il grand hotel. Quest ultimo, di lusso, aveva la sala da ballo, il campo da tennis, la sala da biliardo e il banco cambio.
L’idroterapia, con l’aggiunta di un clima secco e mite, per decenni ha reso il biellese meta del turismo d’eccellenza.
L’esplorazione all’interno di Oropa bagni è molto rischiosa e la sconsiglio in quanto l’intera struttura è a rischio crollo. Il tetto è collassato in più parti e la caduta delle macerie ha distrutto completamente le solette dei vari piani, tranne il primo, dove i pavimenti delle stanze da letto sono in legno, ma i listelli di pregio venivano semplicemente stesi su assi appoggiate ai muri perimetrali che facevano da telaio. I bagni in marmo e il terrazzo con vista sulla vallata ancora oggi, nonostante l’abbandono, trasmettono un senso di lusso e di benessere.
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