Sanità
Martedì 07 Maggio 2024
Il 10% dei bambini ha problemi di vista non diagnosticati
Concluso il progetto “A me gli occhi” della sezione provinciale dell’Unione Ciechi che ha coinvolto 2.835 alunni delle scuole
Il progetto è durato sei mesi, da ottobre 2023 ad aprile 2024, con l’obiettivo di individuare problemi di vista nei bambini delle scuole biellesi. Si chiama “A me gli occhi” ed è organizzato dalla sezione provinciale dell’Unione Ciechi e Ipovedenti in collaborazione con la Fondazione CRB. Un aiuto fondamentale è arrivato dall’ortottista e assistente in oftalmologia Silvia Gotardo.
Il numero totale degli alunni coinvolti è stato di 2.835, di cui 806 di 4 anni in 75 scuole materne, 884 di 6 anni in 61 scuole elementari e 1.145 di 11 anni in 34 scuole medie. La visita durava in media 3-4 minuti e veniva eseguita a scuola durante l’orario scolastico. Gli alunni sono stati sottoposti a diversi screening: l’esame del visus, il cover test, la stereopsi (lang test), i riflessi luminosi corneali (solo per materne ed elementari), il senso cromatico (solo per le medie). Gli obiettivi sono di due tipi. Da un lato, si vuole diagnosticare il più precocemente possibile qualsiasi deficit visivo e ogni alterazione della motilità oculare o strabismo (spesso presenti anche in forma latente). Dall’altro, si cerca di indirizzare i bambini con sospetti problemi in centri specializzati per instaurare tempestivamente il trattamento adeguato dei difetti, difficilmente recuperabili dopo la prima infanzia.
Da questo, sono stati stabiliti due livelli di screening. Il primo consiste in visite ortottiche nelle strutture scolastiche grazie all’ausilio dell’unità mobile oftalmica appositamente attrezzata nella sede dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Il secondo livello di screening è gestito dall’Asl e consiste nel controllo oculistico più approfondito.
Nell’età prescolare i bambini con sospetti deficit visivi sono esaminati nell’ambulatorio di ortottica e dopo i test effettuati, se positivi, vengono sottoposti a visita oculistica. Nell’età scolare i sospetti deficit vengono direttamente sottoposti a visita oculistica. È da considerarsi positivo al test un bambino che a 4 anni presenti un’acuità visiva inferiore agli 8/10 in almeno uno dei due occhi o presenta risposte anomale in almeno uno degli altri test; a 6 e 11 anni presenti un’acuità visiva inferiore ai 9-10/10 in almeno uno dei due occhi o presenti risposte anomale in almeno uno degli altri test.
Condurre degli screening in soggetti così giovani è fondamentale, dato che i problemi di vista non diagnosticati nei bambini in età scolare hanno una prevalenza del 5-10% e spesso sono caratterizzati dall’assenza di sintomi e disturbi. Tra questi l’ambliopia è considerata la maggior causa di riduzione visiva. Interessa il 2-4% della popolazione ed è importante riconoscerla il più precocemente possibile, perché si tratta di una condizione potenzialmente reversibile se diagnosticata nel periodo di plasticità del sistema visivo.
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