
Sergio Di Bella descrive un inverno impegnativo per i sanitari del territorio: l’influenza stagionale ha fatto il suo ingresso in anticipo rispetto alle previsioni.
«Quest’anno il picco influenzale era atteso per la fine di dicembre, ma è arrivato in anticipo, già all’inizio del mese» spiega Di Bella. «Ora stiamo osservando una nuova risalita dei casi che potrebbe proseguire fino alla fine di gennaio. La situazione è impegnativa, soprattutto per la varietà e la gravità dei sintomi».
Un’influenza diversa:
tra i sintomi la gastroenterite
La particolarità di quest’anno sta nella varietà delle manifestazioni cliniche che l’influenza sta avendo. Oltre ai sintomi classici – febbre, tosse, mal di gola e dolori articolari – si riscontrano frequentemente casi di gastroenterite acuta. «Sono situazioni debilitanti, con pazienti che ci chiamano riferendo di essere particolarmente spossati», racconta il medico. «Le forme gastroenteritiche sono particolarmente diffuse tra i più giovani».
Le conseguenze di questa influenza possono essere pesanti, soprattutto nei pazienti anziani o con patologie pregresse. «Pazienti fragili con altre criticità, come un’insufficienza renale o cardiaca, possono sviluppare complicazioni gravi, come polmoniti o peggioramenti del quadro generale».
Vaccinazioni: migliorano
i numeri, ma serve attenzione
Nonostante l’anticipo dell’influenza, la campagna vaccinale sembra aver avuto un buon successo. «Abbiamo registrato un incremento del 20-30% nelle vaccinazioni rispetto all’anno scorso. Tra i miei 1.430 assistiti, ho somministrato circa 300 dosi, un numero in linea con quelle che venivano fatte prima del Covid».
Tuttavia resta importante continuare a sensibilizzare le persone. «Ci sono ancora pazienti che mi chiedono la somministrazione del vaccino adesso che siamo a gennaio. Una cosa insolita, ma dimostra che c’è maggiore attenzione».
Covid: pochi casi, ma non
bisogna abbassare la guardia
Anche il Covid continua a farsi sentire, seppure con meno intensità rispetto agli anni passati. «Ci sono ancora pazienti positivi, spesso fragili, che presentano sintomi sovrapponibili all’influenza. In casi particolari, utilizziamo farmaci antivirali per evitare complicazioni gravi, come è accaduto con una signora di 90 anni che ha sviluppato una forma di polmonite leggera ma pericolosa».
In media, si registrano un paio di casi a settimana tra gli assistiti. «La maggior parte delle persone supera i sintomi influenzali o simil-Covid in pochi giorni. Tuttavia, quando i sintomi persistono, consigliamo sempre di effettuare un tampone per evitare focolai familiari».
L’impegno dei medici
sul territorio
La gestione di questa influenza anticipata rappresenta un impegno per i medici di famiglia, già oberati di lavoro. «Ogni giorno riceviamo 30-40 telefonate, visitiamo i pazienti su appuntamento (almeno per tre ore, che quasi sempre diventano quattro o cinque) e gestiamo altre 10-15 urgenze. Per ridurre il rischio di contagi, organizziamo visite per i sintomatici in orari separati dagli altri pazienti, sempre con mascherina».
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