La sala ibrida verso il traguardo

La seconda fase del progetto verrà realizzata entro i prossimi quattro mesi

Mancano quattro mesi alla completa realizzazione della sala ibrida nell’ospedale di Biella. Durante la conferenza di ieri con i dirigenti dell’Asl e i tecnici che stanno curando i tanti aspetti di questo piano così complesso, è stata presentata la seconda fase del progetto che porterà la struttura sanitaria biellese a diventare un punto di riferimento sempre più rilevante nell’ambito della sanità piemontese e nazionale.

La sala ibrida è così denominata perché attraverso gli impianti altamente tecnologici e gli spazi appositamente progettati consentirà di integrare diversi strumenti (dalla radiologia all’ecografia) utili al perfezionamento della diagnosi, alla terapia e al controllo qualitativo della sala operatoria. È uno spazio che accoglierà un sistema angiografico di alta gamma che consentirà alla Chirurgia Vascolare e alla Cardiologia di alzare il livello delle proprie attività.

Il direttore generale dell’Asl di Biella Mario Sanò ha spiegato che la sala ibrida completerà l’ampio piano di rilancio dell’azienda sanitaria che sta già portando buoni frutti: ne sono testimonianza i risultati ottenuti con gli indicatori documentati dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che recentemente ha accertato le eccellenti performance nell’ambito della tempestività di intervento nella chirurgia vascolare e nel numero di interventi al femore eseguiti entro le 48 ore.

«Ringrazio tutti gli attori coinvolti in questa iniziativa, primo fra tutti Leo Galligani dell’associazione Amici dell’Ospedale, che ha svolto uno straordinario lavoro di raccolta fondi» ha detto Sanò, ricordando gli sforzi di tutti in direzione del traguardo, volontari, medici, dipendenti e le fondazioni Tempia e Cassa di Risparmio di Biella. «Molti problemi permangono, e penso per esempio alle liste d’attesa» ha commentato Sanò «ma la realizzazione di questo progetto mi rende orgoglioso perché anche i vertici nazionali riconoscono il miglioramento qualitativo dei servizi prestati dall’ospedale di Biella: siamo la prima provincia in Piemonte e 27esimi in Italia».

Il traguardo quindi è vicino, seppure con qualche piccolo intoppo: «Avrei voluto inaugurare la sala ibrida a dicembre, in occasione del decimo anniversario del nuovo ospedale, ma alcune criticità tecniche ci hanno costretti a rimandare di qualche mese il completamento di questo percorso».

Questo non toglie nulla alla validità e alla straordinarietà del progetto, come ha spiegato Leo Galligani durante il suo intervento: «Mantenere l’aggettivazione di “nuovo” abbinata all’ospedale ha richiesto investimenti ingenti: diversamente in questi 10 anni sarebbe stata persa questa connotazione». Le tecnologie diventano presto obsolete, ed è stato necessario prevedere un investimento all’avanguardia per continuare a garantire, come ha affermato il direttore generale Sanò, «una sanità rispettosa dei cittadini».

La straordinarietà del progetto è raccontata in parte dalle cifre (si possono vedere i costi nella tabella pubblicata nella pagina a fianco) perché sono necessari per la sua implementazione 1,8 milioni di euro, ma anche dal fatto che, come ha detto Galligani, «un conto è acquistare un macchinario tecnologicamente avanzato come l’angiografo che arriverà a Biella, un altro è progettare e realizzare l’edificio che lo dovrà ospitare. Uno degli aspetti rilevanti in questa seconda fase è che gli interventi chirurgici non si fermeranno: la sala ibrida verrà resa operativa senza incidere in alcun modo sulle attività dell’ospedale».

Soddisfatto del progetto anche Michele Colombo, presidente della Fondazione Crb, che ha ricordato come «tutti i passi avanti compiuti dall’azienda sanitaria locale – prima il percorso di clinicizzazione, poi il robot operatorio che in un anno ha consentito 259 interventi – siano di fatto da considerare un risultato collettivo di tutti gli enti che hanno partecipato alla realizzazione di questo piano strategico».

Partecipe di questo traguardo è quindi anche la Fondazione Tempia, che ieri era rappresentata dalla presidente Viola Erdini: «È un pensiero di orgoglio che la Fondazione faccia parte di questa cordata: il livello delle tecnologie è uno degli aspetti principali a cui dobbiamo guardare per garantire la qualità nel livello delle prestazioni. E questo significa portare nuove professionalità». Alla presentazione ha partecipato anche Davide Zappalà, consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Salute: «La struttura ospedaliera di Biella è 27a in Italia: non c’è dubbio che siamo una realtà di eccellenza, di cui essere orgogliosi.

Il progetto non solo risponde a un bisogno urgente di modernizzazione, ma posiziona l’ospedale di Biella tra i modelli virtuosi per la sanità regionale. Sono fiero di vedere le realtà biellesi così coinvolte e determinate a rendere il proprio ospedale un centro di eccellenza». Non dissimile è stato il riconoscimento dell’eccezionalità dell’iniziativa da parte dei sindaci di Biella e Ponderano, Marzio Olivero e Roberto Locca.

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