Manzoni: «Melanomi, nel Biellese oltre 100 nuovi casi all’anno»

Il responsabile di Dermatologia: «L’incidenza è più alta che nel resto d’Italia e del Piemonte»

Un’incidenza di 60 casi ogni 100mila abitanti. Con una media di oltre 100 nuovi casi all’anno. Sono i numeri del melanoma nel Biellese. La prima causa di tumore maligno negli uomini sotto i 30 anni, la seconda nelle donne. E la terza causa di tumore maligno sia negli uomini sia nelle donne sotto i 50 anni. L’allerta deve essere massima, anche perché con l’arrivo dell’estate e la maggior esposizione alla luce solare, l’incidenza cresce. Lo spiega Roberto Manzoni, responsabile della Dermatologia all’Asl Biella: «Secondo gli studi internazionali c’è sempre stato un aumento di casi dal 15 al 18 per cento fino al 2022. Poi negli ultimi due anni questa crescita si è arrestata. Questo si spiega non tanto con l’aumento delle attività di screening, ma con una maggiore consapevolezza di questa neoplasia, di cui si parla da tanti anni. Nel Biellese però questa frenata non c’è stata e i casi continuano a crescere al ritmo del 10 per cento all’anno: nel 2022 sono stati una novantina, nel 2023 108, quest’anno al 30 giugno erano 50 e ancora manca il picco della stagione estiva».

Quali sono le cause dei melanomi e dei carcinomi cutanei?

Una è sicuramente l’età. Sono soprattutto due le fasce maggiormente colpite: quella dai 50 ai 60 anni e quella sopra gli 80. Poi c’è l’esposizione ai raggi ultravioletti. Per quanto riguarda i carcinomi spinocellulari i soggetti senza capelli hanno un rischio maggiore. Soprattutto se si tratta di persone che trascorrono tanto tempo all’aperto, per motivi lavorativi o per praticare attività sportiva. I giovani devono maturare la consapevolezza che l’esposizione alla luce solare senza protezioni adeguate è dannosa.

Quanti tipi di melanomi ci sono?

Ci sono le lesioni sottili e le lesioni nodulari. Quelle sottili rappresentano la maggioranza dei melanomi: dei 50 casi trattati in questi primi sei mesi del 2024 sono 30. È possibile tenerli sotto controllo con un’efficace attività di screening, hanno una dimensione sotto gli 0.8 millimetri, compaiono solitamente nelle sedi in cui l’esposizione è cronica oppure acuta-intermittente, quella che porta le persone a esporsi al sole 15 giorni in estate e non farlo mai nei restanti 11 mesi dell’anno. Salvo rarissimi casi, le lesioni sottili sono curabili e vengono affrontate con la biopsia, a cui segue la rimozione e un’ecografia di controllo. Il soggetto viene poi sottoposto a costanti follow up, non tanto per la singola lesione, ma perché chi ha già avuto un melanoma presenta un 20% in più di possibilità di svilupparne un secondo. Le lesioni nodulari invece presentano dimensioni maggiori, oltre i 2 o addirittura i 4 millimetri, un grado di elevazione in superficie e non sono legate tanto alle attività di screening, poiché insorgono nel giro di pochi mesi e la causa non è assolutamente detto sia l’esposizione alla luce del sole. È evidentemente frutto di una componente genetica o epigenetica, ma non vi sono certezze. Le lesioni nodulari richiedono interventi terapeutici maggiormente complessi, si mettono in moto procedure chirurgiche e medico-oncologiche di un certo tipo, dalla biopsia dei linfonodi sentinella alle indagini radiologiche di routine, e bisogna poi sottoporre il soggetto a cicli di immunoterapia. Proprio grazie all’immunoterapia, negli ultimi tempi, anche per i casi più gravi si è raggiunto un tasso di sopravvivenza a cinque anni di oltre il 50 per cento.

Quando un neo è sospetto e occorre prenotare una visita specialistica?

Quando presenta le caratteristiche contenute nell’acronimo “Abcdeee”. A come asimmetria. B come bordi irregolari. C come colore, dato che il melanoma è scuro o presenta variazioni di colore all’interno del nevo. D come dimensioni. Poi le tre E. La prima E è evoluzione, ossia una lesione che si modifica rapidamente. La seconda è elevazione, ossia che cresce in superficie ed è segno di alto rischio. La terza è emorragia, altro indice di gravità del melanoma. Nel 70 per cento dei casi il melanoma nasce su cute sana, solo il 30 per cento è una modifica di nei già esistenti.

Quanto è importante l’autocontrollo e ogni quanto bisogna sottoporsi ai controlli?

L’autocontrollo è fondamentale per una diagnosi precoce, soprattutto in quei soggetti che presentano tanti nei, oltre i cento. Si effettua da soli e con l’aiuto di un parente che può osservare quelle aree del corpo nascoste alla vista come la schiena. Se i nei sono più o meno tutti uguali e si nota la presenza di un neo strano o diverso, va tenuto maggiormente sotto controllo. Per quanto riguarda i controlli dagli specialisti, variano in funzione del rischio anamnestico. Se una persona ha una famigliarità personale o genetica di melanomi o carcinomi deve controllarsi una volta ogni sei mesi. Per i soggetti che non presentano rischi di questo tipo basta una volta all’anno, dal periodo dell’adolescenza in poi.

A proposito di visite di controllo, quanto sono importanti gli aiuti di due centri come Fondo Tempia e Lilt per l’attività di prevenzione?

Siamo l’unica provincia in Italia che ha due centri screening di primo livello più uno di Dermatologia in Asl di secondo livello. I centri di primo livello sono fondamentali perché, in caso di lesioni sospette o dubbie, inviano il paziente in ospedale per una successiva e più mirata analisi. La sensibilità della popolazione è aumentata e di conseguenza è aumentata anche la richiesta di visite.

Gli stili di vita, che incidono su tanti tipi di tumori, hanno una qualche correlazione anche con lo sviluppo dei melanomi?

C’è un grande dibattito sul tema. Ma non vi sono ancora risposte certe. Sicuramente seguire una dieta il più naturale possibile e condurre uno stile di vita sano e attivo aiuta sempre. È probabile che ciò influisca sulle lesioni nodulari, che come dicevo prima non sono direttamente correlate all’esposizione solare.

Terapie a parte, a che punto è la ricerca?

Si sta lavorando per trovare un farmaco individuale, con un’attività specifica. Il problema del melanoma nodulare è che esprime centinaia di antigeni¬¬¬. Bisogna studiarne uno per evidenziare gli antigeni più importanti in modo da trattarlo in una maniera sicura, senza contare che gli antigeni mutano a seconda del tempo. Parallelamente si sta percorrendo la strada di un vaccino efficace, approntato anche in questo caso sulle caratteristiche del singolo soggetto: è in atto una sperimentazione dell’Istituto Pascale di Napoli, sotto la guida del professor Paolo Antonio Ascierto: le risposte alle prime indagini sembra siano positive e tra poco si potrebbe passare alla sperimentazione sull’uomo.

Oltre ai melanomi, quali sono gli altri tumori della pelle?

I più diffusi sono i carcinomi basocellulare e spinocellulare. Aumentano ancora di più dei melanomi, ma fortunatamente presentano un elevato grado di curabilità. La loro crescita è influenzata da una serie di fattori: dall’età, e questo vale soprattutto per i carcinomi spinocellulari che sono tipici della cute dell’anziano, all’esposizione alla luce solare. Il carcinoma spinocellulare è presente soprattutto sul cuoio capelluto, sul volto e sul dorso degli arti superiori come mani e avambraccio, più raramente interessa il tronco. Può recidivare, perché il danno da raggi ultravioletti crea un campo di cancerizzazione, ad esempio sul cuoio capelluto, che potrebbe non essere preservato da successive lesioni. Nel Biellese questo carcinoma presenta 250-300 casi all’anno. Ancora più frequenti i tumori basocellulari o basaliomi, con 500-600 nuovi casi. I basaliomi sono però ancora meno impegnativi e pericolosi dei carcinomi spinocellulari: non danno mai metastasi e una volta asportati in modo completo non recidivano.

Ha parlato prima dell’aumento di tumori della pelle con l’arrivo della stagione estiva. Consigli utili per le tante persone che andranno al mare e si esporranno inevitabilmente alla luce solare per tante ore al giorno?

Occorre proteggersi dall’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti. Dunque bisogna evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata. Evitare le scottature. Evitare di esporsi senza un’adeguata crema solare che protegga sia dagli ultravioletti sia dalla luce visibile. La crema solare però non deve essere un’escamotage per un’esposizione continua, anche perché non dà una protezione assoluta, soprattutto negli orari più acuti, quando il cielo è sereno e il sole è allo zenith. Le precauzioni sono ancora più importanti per i soggetti a rischio, che hanno una famigliarità personale con i tumori della pelle, o che sono del fototipo 1 e 2, ovvero che si abbronzano meno facilmente e si scottano più frequentemente. Fondamentale è anche la protezione del cuoio capelluto: la crema non basta, i soggetti senza capelli devono andare in giro con il cappello e quando entrano in acqua devono indossare la cuffia, come quando si va in piscina. Importante anche l’uso di occhiali da sole per proteggere gli occhi.

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