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Martedì 16 Gennaio 2024
«Sono guarito»: la vittoria di Luca Maggia
Il 18enne di Gaglianico che corre in bici ha lottato contro il linfoma di Burkitt. Più di quattro mesi di ricovero all’Humanitas di Rozzano, i cicli di chemioterapia e l’ultima tac: «Non scorderò mai quelle parole del dottore»
«Il giorno precedente avevo fatto 140 chilometri in bici, il giorno dopo ero in una stanza d’ospedale all’Humanitas con il mondo che cadeva letteralmente addosso». Era luglio, fine luglio, il 27 luglio. Una vita fa per Luca Maggia che quasi cinque mesi dopo da quell’ospedale è uscito per tornare a vivere con tutta la forza di un 18enne.
Già, perché la storia del biellese di Gaglianico, che corre in bici, in queste ore ha fatto il giro d’Italia, e non solo tra gli appassionati di ciclismo, grazie a “Tuttobiciweb”, il più autorevole sito nazionale di ciclismo che ha raccontato la vicenda umana del ragazzo di casa nostra con la raffinata penna del direttore Pier Augusto Stagi.
«È finito un incubo» racconta a “il Biellese” Luca che è il figlio del sindaco di Gaglianico Paolo Maggia. Il ragazzo parte dal passato e dal 2 dicembre delle dimissioni a raccontare, con il mondo che adesso ha di nuovo il suo orizzonte, in questi giorni quello spagnolo di Calpe, sede del ritiro della sua nuova squadra, il Team Biesse Carrera: «Ho provato una felicità immensa. Non scorderò mai il dottore il 28 novembre nella stanza con l’esito della tac tra le mani. E le sue parole: “sei guarito al cento per cento. Tra qualche giorno puoi lasciare l’ospedale”. Ce l’avevo fatta».
Luca aveva scoperto il male, il linfoma di Burkitt a fine luglio: «Era mesi che avevo problemi, faticavo in bici. Mi avevano trovato una massa nell’addome, ma si pensava ad un’ernia. Poi una notte sono stato malissimo. Mia mamma ha deciso di portarmi subito all’Humanitas». Lì è iniziata la battaglia, tremenda. Di quelle, tanto per non fare giri di parole, che sai quando iniziano ma non sai come finiscono. Il linfoma di Burkitt non era esattamente un avversario come quelli che incontri sulle salite e le discese delle corse: è una rara e aggressiva forma di linfoma di non-Hodgkin. Senza giri di parole un tumore maligno che colpisce gli organi del sistema linfatico e che ha origine dai linfociti. Luca ha avuto forza, coraggio, tenacia, perseveranza: «Dicamo che la bicicletta in questo mi ha aiutato perchè in qualche modo a soffrire ero abituato, anche se naturalmente tutto quanto mi è successo non era minimanente paragonabile ad una qualsiasi normale sofferenza. Però in cuor mio so che con la mia famiglia e i medici a salvarmi è stata anche la bicicletta».
Quella bici che Luca, debilitato, con i capelli che via via se ne andavano per colpa di quei pesantissimi cinque cicli di chemioterapia, non ha mai abbandonato: «Ad un certo punto mi sono fatto portare rulli e bici in ospedale. Erano nella stanzetta di fianco alla mia e quando ce la facevo ci salivo su per provare a pedalare. È stata una forza in più. Tanti giorni dove le forze erano troppo poche, mi spostavo e stavo lì anche solo a guardarla quella bici. Con un obiettivo che era quello di essere pronto a gennaio per andare in ritiro con la squadra». La sua parte l’ha fatta, infatti, anche la Biesse Carrera che in estate nonostante i problemi di salute ha fatto firmare un precontratto a Luca. Poi a metà settembre la visita in ospedale dei suoi futuri direttori sportivi Marco Milesi e Dario Nicoletti per portargli quel contratto che era una porta sul futuro e la maglia della nuova squadra. Tutto morale per un ragazzo troppo giovane per arrendersi, che con la bici per vincere la tappa più dura si è tenuto strette la cura dei medici e l’amore di una famiglia che non l’ha mai lasciato solo un istante.
A ricordare tutto e bene è il papà Paolo Maggia che parla, ieri l’altro, mentre è di ritorno dalla Lombardia, ma questa volta non da quell’ospedale diventato casa ma dall’aeroporto dove ha appena lasciato il figlio con destinazione Spagna per il raduno del team: «Sono stati mesi impossibili. Quando ti dicono che tuo figlio ha un tumore, dire che è difficile è assolutamente riduttivo. È stata un’esperienza che ci ha messo con le spalle al muro e una realtà durissima che ti lascia senza respiro. All’inizio affronti tutto di petto, con grinta, ma non basta. Ogni ciclo di chemioterapia metteva a dura prova Luca e noi». La forza della famiglia è stato quel di più fondamentale: «Io e mia moglie Paola abbiamo fatto squadra. Siamo stati fortissimi. Tutti i giorni siamo stati da Luca. Essere sempre, sempre presenti e vivere con lui tutti i momenti ci ha dato la forza. E poi la vicinanza dei miei fratelli, della famiglia in genere è stata decisiva». Così come quella della gente: «È stata una grande ricchezza fare il sindaco. In tanti mi hanno dimostrato la vicinanza e aiutato concretamente. Devo dire che essere impegnato in Comune mi è stato di aiuto per distogliere la testa dal solito ricorrente pensiero che non mi ha mai abbandonato. Ma sono stati mesi lunghi. E adesso non vedo più le cose come prima».
Stretto dall’affetto dei familiari Luca, che ha una sorella (Chiara), ha ridato vita anche ai genitori con la sua vittoria più bella: «Il 2 dicembre è stato il giorno della rinascita. Ce lo siamo portato a casa senza capelli, pallido, debole, ma lo abbiamo riportato a casa. Dentro in quell’ospedale abbiamo visto e sentito tante storie e non tutti sono riusciti ad uscirne come Luca» spiega sempre Paolo fin alla naturale commozione, fatta di un’incredibile forza d’animo. «Adesso ha i capelli, l’abbiamo visto rifiorire. Fa cento chilometri in bici. Anche il medico che lo segue, il dottor Pollastri, lo vede bene. Con la bici naturalmente, considerando anche il livello della categoria (è under 23, in pratica il gradino prima del professionismo), la ripresa dovrà essere graduale. In gara probabilmente tornerà a maggio. Così avrà anche tempo di dedicarsi alla scuola visto che ha la maturità a cui tiene molto».
Anche per le corse ci sarà tempo. Quello stesso tempo che Luca si è ripreso proprio come sanno fare i campioni. Combattendo per vincere e scoprendosi «forte, più forte di quanto pensassi in un’esperienza che non dirò mai sia stata un’opportunità o una fortuna perché non riesco a trovarci niente di positivo, ma che ha portato alla luce una parte di me che non conoscevo».
Chi é Luca Maggia
Luca Maggia ha compiuto 18 anni lo scorso 24 giugno. Abita a Gaglianico e frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico di Biella a indirizzo sportivo. Con la bici ha iniziato da Giovanissimo (G3) con 9 anni con la maglia dell’Ucab Biella. Con la società rossonera ha gareggiato anche da Esordiente e Allievo. Proprio da Allievo nel 2020 ha fatto suo il titolo provinciale, mentre nel 2021 ha vestito la maglia della rappresentativa piemontese ai campionati italiani di luglio. A giugno dello stesso anno, invece, ha sfiorato il successo nella corsa di casa, il memorial Vercelli a Valdengo, dove ha ottenuto un brillante terzo posto. Da Juniores, nel 2022 e 2023, ha corso con il Team Energy, squadra comasca. Nel 2022 ha preso parte agli italiani di categoria a Cherasco. A settembre di quell’anno ha chiuso al 5° posto il Trofeo Comune di Arcore. A inizio giugno 2023, prima della malattia, ha ancora preso parte al Giro del Friuli, importante gara internazionale. Nel 2024 il passaggio tra gli Under 23 con la Biesse Carrera con cui da domenica è in ritiro a Calpe in Spagna.
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