Quella volta che Toto Schillaci giocò a Biella
Nel maggio del 1990 prima delle notti magiche
Settantotto minuti al centro dell’attacco della Juventus allenata da Dino Zoff, tra la finale di andata e quella di ritorno di Coppa Uefa: era il 10 maggio 1990 quando Salvatore Schillaci giocò una partita anche allo stadio La Marmora, un’amichevole contro la Biellese prima che i suoi occhi spalancati dopo ogni gol diventassero un’icona in tutto il mondo.
Il calciatore nato a Palermo e sbocciato a Torino è scomparso a 59 anni, sopraffatto da un tumore che lo aveva colpito da tempo.Dopo le valanghe di reti segnate con la maglia del Messina, la Juventus aveva scommesso su di lui e Totò, come il mondo del pallone imparò a conoscerlo, non sbagliò: fu brillante in quella stagione, in una squadra in transizione che aveva Sergio Brio capitano, Stefano Tacconi tra i pali, Gigi Casiraghi come partner in attacco di Schillaci e, tra gli azzurri di Italia ’90, anche Gigi De Agostini. Il commissario tecnico Azeglio Vicini prese anche lui tra i 22 di una squadra costruita sulle fondamenta di un’Under 21 vincente. Partiva dietro Vialli, Baggio e Carnevale. Finì per giocare e segnare più di tutti gli altri, diventando il simbolo di quella Nazionale bella e sfortunata, tagliata fuori dalla finale dopo una sconfitta ai rigori con l’Argentina di Maradona. Il trofeo che Schillaci alzò in quella stagione è stata proprio la Coppa Uefa: la Juve sconfisse la Fiorentina con un 3-1 all’andata e uno 0-0 al ritorno. L’amichevole di Biella fu giocata proprio tra le due finali.
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