Tennis, Thindown Challenger: presentata la prima entry list

«Una lista da leccarsi i baffi». E’ soddisfatto il direttore del Thindown Challenger Cosimo Napolitano dopo la pubblicazione della prima entry list dell’edizione 2019 del torneo internazionale, in calendario dal 16 al 22 settembre sui campi della Biella Tennis Academy. «Non c’è niente di nuovo: il livello maschile è sempre alto, al di là delle classifiche e lo spettacolo assicurato. La novità importante riguarda il cambiamento della sede: via Liguria è la nostra nuova casa e sono contento di portare il torneo in centro città. Dovrà essere una festa per tutti».

Ad aprire l’elenco c’è il top cento spagnolo Jaume Munar, questa settimana numero 97 del ranking Atp. Il ventiduenne di Maiorca, che ora si allena all'Academy di Nadal, dopo essere stato per sei anni a Barcellona, tre mesi fa è arrivato fino al numero 52 del mondo. In questa stagione è stato capace di sconfiggere Alexander Zverev (2° turno a Marrakech, salvo poi cedere nei quarti al futuro vincitore Paire), arrivando tre volte nei quarti nel circuito Atp: a Pune (ko col vincitore Anderson); Cordoba (sconfitto dall'argentino Delbonis) e a Buenos Aires (superato Fognini si è arreso a Pella, dopo aver avuto quattro match point).

Tre Challenger messi in bacheca negli ultimi mesi, l'ultimo pochi giorni fa a L'Aquila (6-3, 6-2 a Quinzi). Questo il biglietto da visita dello slovacco Andrej Martin (30 anni a settembre) che gli appassionati ricorderanno in trionfo nell’edizione 2015 del Pulcra Lachiter, quando sconfisse per 6-4, 6-2 Nicolas Kicker. Out nei quarti nel 2016, ha poi saltato i due ultimi appuntamenti biellesi.

Un nome relativamente nuovo è quello dello spagnolo Alejandro Davidovich Fokina. Il ventenne di Malaga (tds 3 e 126 Atp, nel 2018 eliminato all’esordio per mano di Trungelliti) ha iniziato la stagione con le semifinali raccolte a Bangkok e Marbella. Quindi ha lasciato il circuito Challenger ed il primo exploit è giunto dall'Atp 250 dell'Estoril, dove ha messo sotto due top 50, tra cui l'ex numero 6 Gael Monfils, prima di cedere in semifinale a Pablo Cuevas. Al Roland Garros ha passato le qualificazioni, cosa che non gli è riuscita né a Wimbledon, né a New York.

Tanta Italia tra le possibili teste di serie. Nono azzurro in classifica e numero 128 Atp Lorenzo Giustino a Biella non ha ancora raccolto per quello che è il suo valore. Così negli ultimi due anni è sempre uscito all’esordio, prima per mano di Lestienne e dodici mesi fa con Carballnes Baena (primo favorito della vigilia). A New York è uscito subito per mano dello spagnolo Garcia-Lopez (3-6, 7-5, 6-2), ma la sua stagione è positiva, considerando le tre finali (a Launceston in Australia, Zhangjagang in Cina e Almaty in Kazakistan) e le tre semifinali (Tunisi, Lisbona e Blois) disputate. Una vecchia conoscenza è Paolo Lorenzi. Ormai vicino alle 38 primavere, il toscano che risiede in Florida, ha giocato per ben quattro volte ai Faggi, raggiungendo per due volte i quarti di finale: nel 2010 (sconfitto da Simone Bolelli) e l’anno scorso, quando a stopparlo fu un altro azzurro, Stefano Travaglia. In questa stagione ha disputato le finali di Manerbio (6-3, 6-1 da Gaio) e Savannah (Usa). Negli otto anche Gianluca Mager e Federico Gaio. Il ventiquattrenne di Sanremo (142) ha vinto il Challenger di Barletta e ha giocato un'altra finale in Germania; mentre il 27enne di Faenza (vincitore in città nel 2016, quando sconfisse il top 50 Thomaz Bellucci), 145 Atp, ha vinto il Challenger di Manerbio e disputato un'altra finale a Parma (ko con Tommy Robredo). In mezzo alla pattuglia azzurra si sistema il giapponese Daniel Taro (136 e tds 6): per lui qualche buon risultato, ma anche tante eliminazioni nei primi turni.

Tra i top 200 troviamo ancora Filippo Baldi (146), Alessandro Giannessi (150), Tommy Robredo (184) e Carlos Berlocq (199). Tra gli outsider che ben si stanno comportando c'è sicuramente il ventenne Elliot Benchetrit, attualmente al numero 227, ma che i tre turni degli Us Open lanceranno più in alto. A New York il tennista di Nizza ha messo sotto nell'ordine Stefano Travaglia (6-2 al terzo), Ze Zhang e Kimmer Coppejans prima di arrendersi al bosniaco Damir Dzumhur (99 Atp) per 4-6, 6-2, 6-3, 6-0. Un po' biellese possiamo considerare anche Viktor Galovic (224 Atp): non solo per le sue numerose partecipazioni al Challenger voluto da Cosimo Napolitano, ma soprattutto in virtù dell'ormai pluriennale fidanzamento con un'apprezzata fisioterapista locale.

E il talento di casa Stefano Napolitano? Finalista un anno fa, quando seppe mettere in fila Daniel Gimeno-Traver (7-6, 6-3 lo score); Enrico Dalla Valle (6-2, 6-2); la tds numero 1 Roberto Carballes Baena (6-3, 3-6, 6-1) e in semifinale Stefano Travaglia (6-3, 5-7, 6-2), prima di arrendersi all’argentino Federico Delbonis (6-4, 6-3); è tornato dagli Us Open con un problema al gomito, che non dovrebbe però pregiudicare la sua nona partecipazione al torneo ideato e organizzato dal padre.

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