A San Sebastiano venerdì il “Perdono di Assisi”

La Messa solenne presieduta dal vescovo Roberto Farinella e concelebrata da nove sacerdoti

Una vera e grande occasione di sentirsi “innestati” nella Chiesa, grazie al dono di San Francesco, venerdì sera per la “Festa del Perdono” con la Messa solenne presieduta dal vescovo Roberto Farinella e concelebrata da nove sacerdoti tra cui i “padroni di casa” i frati di San Sebastiano Oscar, Edoardo e Martin; il vicario generale don Paolo Boffa Sandalina, il parroco di Pollone don Luca Bertarelli, i padri filippini Fabio e Giovanni, don Emanuele e don Tranquillo del Cottolengo e don Andrea Giordano. Alla celebrazione, animata dai canti guidati, come ha sottolineato padre Oscar, dalla voce “angelica” di Marina Schiavinato che si accompagna suonando organo e chitarra, era presente anche il seminarista Andrea, molte suore, diversi terziari francescani e molti fedeli che hanno accolto l’invito di san Francesco che avrebbe voluto tutti in paradiso. Sia padre Oscar che il vescovo hanno riportato infatti le testimonianze sulle origini della festa che risale al 1216 quando il poverello di Assisi chiese a Dio, durante una visione, con l’intercessione di Maria di dare a tutti l‘occasione di essere perdonati dai propri peccati e quindi ottenne dal Papa l’indulgenza della Porziuncola che nella festa di Santa Maria degli Angeli, per un giorno, è estesa a tutte le chiese parrocchiali e francescane. «Così anche oggi nel 2024» ha detto padre Oscar «la Chiesa è viva e il nostro cuore gioisce». Mons, Farinella ha spiegato nell’omelia l’importanza dell’indulgenza che unita al sacramento della riconciliazione o confessione, permette di ricreare l’armonia tra l’uomo e Dio che non si stanca mai di perdonarci, mentre noi ci dimentichiamo di invocare la Sua Misericordia. «Chiediamo dunque» ha concluso «a Maria che interceda perché sentendoci amati diventiamo, come san Francesco, strumenti di riconciliazione, di perdono e pace: pace vera che tocchi ogni cuore, pace per l’Ucraina, terra di origine dei nostri frati qui, e per tutti i popoli vittime di guerre e ingiustizie».

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