Con Maria, una goccia di Paradiso
alla festa di Campra

Più di seicento persone nella notte per la Madonna della Neve. Tre Vescovi hanno celebrato i riti religiosi. Fedeli accorsi da tutta la regione

Una Veglia notturna per attendere in preghiera la luce radiosa dell’alba, un’assemblea di più di seicento persone gremisce il piazzale antistante l’Oratorio di Campra di Graglia, nella festa annuale della Madonna della Neve. Giovani, famiglie, anziani, insieme ai gragliesi che custodiscono gelosamente questo tesoro prezioso che unisce fede, devozione, arte, tradizioni locali. La celebrazione eucaristica è presieduta dal vescovo mons. Roberto che dal nuovo palco costruito per l’occasione, abbraccia la visione di insieme. Con lui alcuni sacerdoti, la corale parrocchiale, gli infaticabili collaboratori di questa festa liturgica dalla dimensione popolare. Accanto all’altare la statua della Madonna che un tempo troneggiava nella nicchia più alta della restaurata facciata. È ancora buio e le tantissime fiaccole ardenti che proclamano il Credo apostolico, divengono un tappeto di luce. All’omelia il presule insegna: «La festa della Madonna della Neve ci fa comprendere l’importanza di prendere con noi Maria, Lei ci indica il cammino verso il Signore. Con Lei sperimentiamo la gioia del Paradiso, ci aiuta con il suo sostegno decisivo nella vita quotidiana». Una lamina di sole nascente appare all’orizzonte. «Maria è questo splendore, che ci riporta le cose belle di Dio. Maria voglio prenderti con me di nuovo, voglio stare con te per diventare con la mia vita una goccia di Paradiso».

Le parole del nostro Vescovo sono intrise di stupore e di commozione. Anche il vescovo Alceste emerito di Casale, si inserisce delicatamente in questa cornice accogliente e gioiosa di festa, che celebra la Madonna invocata con il titolo di Madonna della Neve. Egli racconta nella Messa di metà mattina, la storia del miracolo della neve che indusse Papa Liberio nel 358 ad innalzare a Roma, una basilica dedicata alla Madre di Dio. La sua meditazione profonda ed accorata, si sunteggia nelle sapienti parole che il Concilio Vaticano II dice della Madre di Dio: «La vera devozione a Maria non consiste in uno sterile e passeggero sentimento, né in una vana credulità, ma procede dalla vera fede, è un’esperienza semplice e profonda che ci mette alla scuola di Maria…. La parola più adatta a Maria è fede».

La chiesa della Confraternita della SS. Trinità e di S.Croce al centro del paese, brulica intanto di gente e di colore; giungono da diverse parti del Piemonte e non solo; le diverse Confraternite, uomini e donne muniti di stendardo dietro al quale si declina un carisma speciale che lo Spirito suscita. La processione scortata dalla banda che intona noti inni mariani, si snoda devota ed orante fino a Campra per omaggiare la festeggiata Regina della Neve.

Il vescovo Gabriele Mana che officia l’Eucarestia, offre a tutti una brillante e ricca riflessione: «La fede trasforma tutto, anche la morte in vita e le Confraternite manifestano la corresponsabilità laicale nell’amore alla Chiesa a servizio del Vangelo. Il bene che esse in tanti modi realizzano è incommensurabile». Poi muovendo dal Vangelo esclama - Siamo di fronte a tre -sì-: il – sì- di Dio all’uomo, pieno ed irrevocabile, il -sì- del Figlio Gesù venuto per fare in tutto la volontà del Padre fino al dono supremo di sé; il -sì- di Maria di Nazaret, il suo -Eccomi- espressione della sua obbedienza di fede. Siamo capaci anche noi, di pronunciare il nostro – sì- libero, gioioso, convinto al Signore?. Questo racconto evangelico conclude il vescovo emerito di Biella, ci consegna i tre nomi della Madonna: Maria, il nome datole dai suoi genitori; l’Amata cioè la ripiena di amore di Dio, il nome che le ha affidato il Padre celeste. Infine la -serva del Signore-il nome in cui lei stessa racchiude tutta la sua vita e il suo servizio a Dio e all’umanità».

Solenne, partecipata, con accenti di sensibile emozione, la Messa che si conclude a mezzogiorno in punto. Scocca il suono delle campane e i fedeli con il vescovo e i sacerdoti concelebranti, recitano la preghiera dell’Angelus, memoria viva del Figlio di Dio che si fa uomo con la collaborazione della Vergine Maria.

Il clima di festa si protrae con un vivace convivio. La Madonna che ci accompagna a Gesù come a Cana di Galilea, alimenta la gioia e la fraternità. Siamo passati dal buio della notte solcato da centinaia di lumi, al pieno meriggio di una calda giornata di agosto. La devozione a Maria riscalda ancor di più i cuori, muove la vita e le scelte di tanti. Ci fa guardare in alto al candore delle realtà del Cielo, così come alla nitidezza della neve, titolo applicato da secoli e con affetto, alla Madre di Cristo e della Chiesa. Lei risplende della luce eterna che riceve da Dio.

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