Domattina i funerali di don Edoardo Moro
In Cattedrale alle 10. Stasera alle 17,30 Veglia di Preghiera
La vita del canonico Edoardo Moro si è spesa in una ricca molteplicità di servizi e animata da una profonda e chiara identità del suo essere presbitero.
Edoardo Marco Felice Moro nasce il 20 luglio 1933 da papà Edoardo e mamma Iolanda. Pochi giorni dopo riceve il battesimo nella Festa della Trasfigurazione del Signore presso la Parrocchia di Santo Stefano, dove compirà tutto il suo cammino di iniziazione cristiana.
Il ricordo dell’arciprete mons. Giuseppe Botta rimarrà limpido in tutta la sua vita, mai smetterà di considerarsi parrocchiano di Santo Stefano. Nel 2019 don Edoardo dedica al can. Botta, dalle pagine de “il Biellese”, un articolo carico di ricordo e di riconoscenza.
L’Asilo al Santa Caterina con le Dame Inglesi segnerà un legame che durerà per tutta la vita: don Edoardo ha animato, fino a qualche anno fa, il ritrovo delle ex alunne delle discepole di Mary Ward. E poi l’incontro con i Fratelli delle Scuole Cristiane: la scuola frequentata a Biella orienterà don Edoardo in una scelta fondamentale della sua esistenza.
A sedici anni, nell’estate del 1949, entra nel noviziato dei Fratelli a Rivalta Torinese. Ricorderà alla giornalista Susanna Peraldo come il giorno della vestizione il Maestro consegnò a ognuno un testo di meditazione, a lui affidò un testo “scritto da un prete biellese che narra la vita di un santo prete biellese”: era la vita di don Oreste Fontanella”. Continua don Edoardo: “Scoprii così per la prima volta l’esistenza di don Oreste Fontanella (…). Lo lessi con grande attenzione e anche con grande nostalgia per Biella e per il biellese da cui mi ero allontanato solo da pochi mesi. (…). Mi ritrovai subito nel mio ambiente nativo e scorsi con grande interesse il racconto affascinante di una vita che, alla vigilia di un passo importante nelle vie del Signore, era per me stimolo al meglio”.
Inizia l’insegnamento nei vari istituti dei Fratelli: Collegio San Giuseppe di Torino, Istituto La Salle di Parma, “La Marmora” di Biella e, ultimo, all’Istituto San Giuseppe di Milano-Crescenzago.
Dopo un lungo tempo di discernimento, nel 1958, fratel Enrico, questo il nome di religione di don Edoardo, sceglie di abbracciare la formazione alla vita sacerdotale nella sua Diocesi di Biella. Inizia l’anno di propedeutica a Rivoli, poi la formazione teologica a Biella e nel giugno 1963 viene ordinato presbitero da mons. Carlo Rossi insieme ai – più giovani – don Mariani, don Garella, don Gariazzo e don Innocenti.
Rimarrà radicato il suo legame con i Fratelli delle Scuole Cristiane: “maestro nell’animo”, verrebbe da dire con papa Francesco.
Inizia un ricco e variegato ministero. Nel 1963 subito vice a Strona e poi economo spirituale nel 1966; nel 1967, per pochi mesi, vice all’Assunta di Cossato, e poi a Mosso Santa Maria con don Motta.
Nel 1968 è direttore dell’Istituto per poliomielitici “Regina Montis Oropae” di Sagliano (attuale Domus Laetitiae), tra il 1970 e il 1971 arciprete di Crosa e nel 1972 direttore dell’ODA di Imperia.
Nel 1978 rientra a Biella con la nomina a prevosto di Piedicavallo e Montesinaro ma dopo pochissimi mesi viene nominato arciprete della parrocchia di Sant’Eusebio in Valle Mosso dove farà il suo ingresso il 7 gennaio 1979.
A Valle Mosso sono gli anni della maturità: un ministero attento, generoso e fecondo. La sua pastorale trae nutrimento da una sensibilità liturgica ricca ed equilibrata, una predicazione attenta e il confronto con un contesto sociale, la valle di Mosso, ancora particolarmente ricco di industria e attività. È promotore, in ambito parrocchiale e diocesano, di incontri ecumenici: in particolare con la chiesa valdese.
Ha la grande gioia di vedere sbocciare nella sua comunità vocazioni alla vita religiosa e presbiterale. Sergio Prina Cerai e Vittorio Viola (ora vescovo emerito di Tortona e segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti presso la Santa Sede) entrano nella provincia dei frati minori di Assisi.
Andrea Crevola, sempre di Valle Mosso, invece entrerà nel Seminario Diocesano e verrà ordinato prete.
Nel 1994 don Edoardo rinuncia alla Parrocchia chiedendo al Vescovo di iniziare il servizio di collegiale ad Oropa. La presenza in Basilica, nelle celebrazioni feriali e festive, è costante; il suo ministero di confessore brilla per fedeltà ed equilibrio; la disponibilità generosa alla direzione spirituale. Il ministero ad Oropa non gli fa trascurare importanti servizi diocesani affidatigli dai vescovi diocesani: responsabile dell’Ufficio Liturgico, delegato per l’Ecumenismo, assistente dell’Opera della Regalità, referente per l’Apostolato della Preghiera. In particolare, dedica molta attenzione, negli anni in cui è delegato per la vita consacrata, alla visita, all’amicizia e alla vicinanza agli ordini religiosi presenti in Diocesi e ai monasteri.
Mons. Massimo Giustetti nel 2001 lo nomina Canonico della Cattedrale in successione a mons. Francesco Ravinale, eletto vescovo di Asti. Svolgerà per il Capitolo, in Cattedrale, per lunghi anni, anche dopo le dimissioni, il ministero di penitenziere.
Qualche mese fa la salute gli chiede di scendere a Biella presso l’Opera Sacerdoti Invalidi, lasciando l’amato Santuario di Oropa. Si fa vicino alla sorella Liliana malata e mancata poche settimane fa; poi il ricovero in Ospedale, accompagnato dall’affetto e dalla preghiera di tanti confratelli in una lunga agonia.
Al tramonto della Quinta Domenica di Quaresima, 17 marzo 2024, il canonico Edoardo Moro accoglie l’ultima chiamata del Signore ed entra nella pienezza del mistero pasquale. Il Cristo rivolge a lui la sua parola: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. (Gv 12,24).
Le esequie di don Moro saranno celebrate domani mattina alle 10 in Cattedrale. Veglia di preghiera questa sera alle 17,30 sempre in Cattedrale. È possibile far visita oggi alla salma in Seminario.
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