Chiesa
Venerdì 19 Luglio 2024
Il Vescovo ricorda mons. Bettazzi ad un anno dalla morte
Questa sera a Ivrea in Cattedrale un concerto permetterà ancora una volta di onorare la memoria del sacerdote che “sognava una Chiesa sinodale e dalla parte dei poveri”
Lo scorso anno, il 16 luglio, nella residenza del Castello di Albiano, che aveva scelto per trascorrere i suoi anni da emerito, dopo averne vissuti ben 32 (dal 1967 al 99) da Vescovo di Ivrea, moriva serenamente, a quasi cento anni di età, mons. Luigi Bettazzi.
Gli ultimi giorni furono faticosi per un aggravamento delle sue condizioni di salute. Lo circondavano tante persone che a lui sono sempre state vicine e la preghiera che ha sempre avuto sulle labbra.
La coincidenza della celebrazione della festa del Carmine al Mater Carmeli, non mi ha permesso, martedì scorso 16 luglio, di poter essere presente alla santa messa di suffragio che il Vescovo di Ivrea mons. Edoardo Aldo Cerrato C.O. ha presieduto nella Cattedrale di Ivrea.
Ho così ricordato mons. Bettazzi in Diocesi. Moltissimi i partecipanti a Ivrea alla S. Messa per ricordare mons. Bettazzi, tra i quali anche alcuni fedeli dalla nostra Diocesi, insieme ai diocesani, al Comune di Ivrea e alle rappresentanze di Pax Christi (il movimento ecclesiale di cui mons. Bettazzi fu a lungo presidente, ricevendo il testimone dal Vescovo di Biella mons. Carlo Rossi, e poi anche presidente internazionale).
Originale e molto suggestivo è il ricordo che mons. Pier Giorgio Debernardi, Vescovo emerito di Pinerolo, e già Vicario generale di mons. Bettazzi, ha fatto, nella stessa celebrazione, utilizzando la preghiera liturgica della Madonna del Monte Carmelo, dalla quale ha preso l’immagine della scalata alle vette della Santa Montagna che il presule eporediese, tante volte fece, partecipando anche alla vita delle nostre alpi biellesi.
L’ascesa ai monti nel discorso di mons. Debernardi diventa una parabola della sua vita: «le montagne spirituali che anche monsignor Luigi Bettazzi si è trovato a dover scalare» ha ricordato «sono come una metafora del suo cammino che lo ha portato sempre ad appoggiarsi, anche nelle asprezze e nelle difficoltà, alla roccia viva che è Cristo» e a tenere ben fisso la bussola che il Concilio ha indicato alla Chiesa attraverso il richiamo alla maggiore comunione tra laici e presbiteri, alla fraternità condivisa, all’accoglienza dei lontani e dei poveri, alla via della santità aperta a tutti, per una Chiesa giovane al servizio del mondo».
«Chiara è anche la figura, ampiamente conosciuta, del Vescovo Bettazzi come testimone e sostenitore della Pace, attraverso il simbolo dell’arcobaleno e della colomba, che, non bisogna dimenticarlo, è nella Bibbia ciò che rappresenta l’Alleanza fra Dio e il suo popolo».
Così, muovendo dalle sue origini sacerdotali e da Vescovo ausiliare di Bologna, passando per la partecipazione al Concilio vaticano II e svolgendo il suo lungo ministero episcopale a Ivrea, si è compiuto il cammino umano e spirituale del Vescovo Luigi, che sentendosi chiamato ad essere “Vescovo di tutto il Popolo di Dio, della Chiesa e del mondo” ha visitato le regioni più povere della terra portando solidarietà ai missionari e ai cristiani imprigionati dalle false ideologie del secolo scorso o perseguitati.
Mons. Bettazzi è stato un “visionario” auspicando con piena di fiducia un nuovo ordine planetario governato dai miti e dai misericordiosi, dagli operatori di pace e dai giusti, secondo lo spirito delle beatitudini.
Anche il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente dei Vescovi italiani, martedì mattina invitava a non lasciar spegnere la voce del Vescovo mons. Bettazzi, “che sognava una Chiesa sinodale e dalla parte dei poveri e che accoglie “tutti tutti tutti e tutti e di tutti” come va ripetendo papa Francesco.
Chi ha conosciuto mons. Bettazzi, come don Mario Marchiori che spesso lo ha invitato a Ronco di Cossato per conferenze e anche ricordarne gli anniversari, in un breve ricordo mi confidava che coloro che vogliono tenere viva la sua memoria sanno dove trovare le narrazioni di lui e della sua lunga vita: «un vescovo autenticamente alla sinistra di Dio e calato nella realtà di ogni tempo. È morto sognando la pace come frutto di dialogo tra le parti e la diplomazia».
Molti sono coloro che attestano il suo insegnamento e attraverso i suoi libri e i suoi scritti emerge la ricchezza del suo pensiero.
Questa sera, a Ivrea, in Cattedrale, un concerto in onore di mons. Bettazzi permetterà di poterne ancora onorare la memoria, e di tenere vivo il suo ricordo, come anche noi desideriamo fare, guardando al suo esempio e alla sua testimonianza come un tesoro prezioso anche per i prossimi appuntamenti del Giubileo e del cammino Sinodale.
Personalmente il mio grazie al Vescovo che trent’anni fa mi conferiva il dono del sacerdozio.
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