Monsignor Francesco Ravinale a Graglia per ricordare la vicinanza con Loreto

Celebrato il quarto anniversario dell’Aggregazione con la Santa Casa Lauretana

Con la nota preghiera dell’aviatore che termina con la richiesta alla patrona, la Madonna Lauretana di protezione sulle famiglie, si è conclusa domenica al santuario di Graglia la celebrazione solenne del quarto anniversario dell’Aggregazione al Santuario della Santa Casa di Loreto.

Dopo il saluto iniziale ai molti membri dell’aeronautica e a tutti i fedeli presenti, alle autorità convenute tra cui il vicesindaco di Graglia Mauro De Andreis (in rappresentanza del nuovo primo cittadino Marco Astrua) e il vicesindaco di Muzzano Michele De Luca, il rettore don Eugenio Zampa si è rivolto al vescovo emerito di Asti mons. Franco Ravinale, che presiedeva la Messa, ricordandogli i motivi di festa della giornata: il quarto anniversario dell’Aggregazione iniziata nel quattrocentesimo anno dalla donazione al santuario biellese dell’effigie lauretana scolpita nel 1620, l’unione spirituale con la Terra Santa da dove sarebbe partita la Santa Casa per giungere, portata dagli angeli, in Italia e infine i legami di carità con “La Créche” (l’orfanotrofio) di Betlemme e la parrocchia di Gaza dove opera suor Nabila.

«Demitizziamo» ha detto il vescovo Ravinale nell’omelia« la storia della Santa Casa che a noi potrebbe sembrare una favola, ovvero andiamo a cercare il senso di quel racconto: la Santa Casa ci ricorda come dice Giovanni che: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” cioè il Signore è sempre con noi, quindi come diceva Gesù nel Vangelo di oggi agli apostoli in mezzo alle tempeste, non dobbiamo temere ma affidarci a Lui con quella fede che oggi sembra un po’ rara e che possiamo alimentare proprio venendo nei santuari. Il Signore, infatti, non è un prestigiatore, ma un saggio educatore che ci fornisce gli strumenti ovvero i criteri di una vita nuova in cui come dice San Paolo: nessuno vive per se stesso».

«Affidiamoci dunque a Maria e al Signore» ha concluso «chiedendo loro di lasciarci guidare alla fede per saper ricorrere a Dio sempre e particolarmente in tempi come questi di grandi preoccupazioni e grandi difficoltà». 

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