Una Chiesa in festa, per la Cattedrale
consacrata da più di due secoli e per Oftal
Il Vicario Generale don Paolo ha ricordato: «Nella storia questo tempio è il segno di quanto noi siamo in realtà». Poi lo sguardo ai 60 anni dell’Oftal
Il maltempo intermittente offre una tregua domenica scorsa, giornata soleggiata con una temperatura gradevole. Piazza Duomo a Biella espleta la sua originaria natura, quella di essere “sagrato”, spazio che orienta le persone al tempio, alla chiesa – Cattedrale che domina la scena. Questa è la festeggiata, carica di due secoli e più di consacrazione che nel linguaggio liturgico ecclesiale si dice: Dedicazione. La “Messa grande” della parrocchia di S. Stefano, accoglie la bella famiglia dell’Oftal biellese, dame e barellieri, malati, gli amici della Carrozza bianca e i pellegrini. All’omelia il parroco don Paolo commenta: «Nella storia questo tempio è il segno di quanto noi siamo in realtà. Tra queste mura si compie il mistero di un popolo di salvati. Ogni domenica torniamo in questo tempio per scoprire che la casa della nostra vita diventa luogo dove il Signore compie le sue meraviglie, attirandoci alla sua santità».
La Cattedrale di Biella ampia, sobria, elegante è parata a festa. E ancora il parroco: «La bellezza di questa Cattedrale, la solidità della sua costruzione che parla di Dio, in realtà richiama ognuno di noi a sentirci responsabili di vincere il male con il bene. Questo tempio è lo spazio dell’-Eccomi- della Chiesa, del nostro -Eccomi- come lo pronunciò la Vergine Maria».
Il pranzo comunitario per centoventi persone viene servito sotto i portici della casa parrocchiale. Una lunga tavolata ad - elle - di colori, di voci, di dialoghi e di fraternità semplice e condivisa con tutti, con una vivace animazione musicale.
Poi i Vespri solenni presieduti dal vescovo mons. Roberto con i Canonici del Capitolo al gran completo, i seminaristi, gli oftaliani e gli altri fedeli. Un’assemblea numerosa e partecipe alla preghiera e al canto. Il presule visibilmente commosso ripercorre la storia della Cattedrale e della sua Dedicazione rituale: «La Cattedrale è la chiesa-madre della nostra Diocesi, qui si svolgono con preparata solennità, le più importanti celebrazioni della nostra Chiesa biellese il cui culmine è l’Eucarestia».
Il Vescovo Roberto ricorda la sua intensa emozione, quando nel 2019 presiedette per la prima volta la solenne Messa Crismale del Giovedì Santo. E continua: «La Cattedrale richiama la comunione di tutti i membri della nostra amata Chiesa particolare, i doni e i carismi dello Spirito Santo in ciascun credente. Ringrazio il Signore che mi ha designato Pastore di questo corpo ecclesiale. E dai riti solenni che qui come nelle chiese parrocchiali si svolgono, il Signore ci invia in missione, nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della carità verso tutti. E l’Oftal oggi qui presente è la dimostrazione concreta dell’attenzione della Chiesa ai più fragili, ai malati, segno della devozione filiale all’Immacolata apparsa a Lourdes ove ogni anno tanti di noi si recano in pellegrinaggio. Tutti siamo chiamati ad essere - Chiesa in uscita - come sempre ci richiama Papa Francesco. A tutti sono grato». L’ Adorazione Eucaristica suggella i riti vesperali e il Cristo presente e vivo nel Sacramento, benedice con il suo amore salvifico i malati e tutti i presenti. Infine l’assemblea prega l’orazione speciale composta dal vescovo Roberto all’Immacolata Regina di Lourdes.
Nel presbiterio troneggia la bella e venerata statua della Madonna apparsa nella grotta di Massabielle, il tesoro più caro dell’Oftal e di tantissimi cristiani. Maria sostiene ed accompagna il cammino di fede della nostra Chiesa diocesana che nella Cattedrale incontra il suo più eloquente segno. Una domenica di festa gioiosa, di comunione, espressione di una Chiesa che respira la grazia divina e i suoi tanti ed ineffabili doni. Una Chiesa che vuole assorbire l’autentico spirito del Sinodo. Una Chiesa che procede verso il Giubileo del 2025, composta di persone che vogliono divenire umili e coraggiosi pellegrini di speranza.
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