Vivere Lourdes a Biella con la grande
e bella famiglia dell’Oftal diocesana

Rientrati venerdì i trecento biellesi che hanno preso parte al pellegrinaggio

Tutti gli itinerari della vita e della fede contemplano sempre momenti ed atti conclusivi.

Venerdì scorso, prima di riprendere la via del ritorno a Biella, la grande e bella famiglia dell’Oftal diocesana celebra la S. Messa detta dell’Accoglienza e a presiederla è il Vescovo Roberto.

Si accolgono appunto nella comunità oftaliana, barellieri, dame, preti, persone che dalla prima volta proseguono il cammino di adesione e di servizio nell’Opera Federativa e quella biellese quest’anno ricorda i suoi sessant’anni di lodevole attività. Diversi i giovani e gli scuots, ricevuti con gioia dal Presidente; non si tratta di pure e formali onorificenze, ma di aprire porte e cuore per implementare una famiglia. A queste persone si riconosce anche attraverso una simbolica medaglia da appuntare sul petto, una scelta fatta, dei passi compiuti e l’orientamento sincero e perseverante di essere presenti e di partecipare con l’entusiasmo e la voglia di servire Dio e il prossimo, durante tutto l’anno associativo. È il tempo dell’impegno, della testimonianza dei doni attinti e confermati a Lourdes, celebrazioni liturgiche, momenti di formazione, esperienze di fraternità e di servizio, con la particolare cura degli ammalati, tutti benedetti dalla Madonna Immacolata.

Così facendo Lourdes non rimane una emozionante parentesi, un sentimento religioso passeggero, ma un punto fermo per la maturazione della persona, della fede e della carità e un incremento in vitalità e dinamismo dell’Oftal biellese. Rimane sempre impresso nel cuore il saluto alla Grotta, che accade postandosi sulla riva del Gave che scorre placido, di fronte alla roccia benedetta dalla visita della Madre di Dio in quel lontano 1858. Un saluto per promettere di tornare e di vivere il “mistero di Lourdes” a casa, nelle relazioni interpersonali, sul lavoro, in parrocchia, nel momenti oftaliani.

Non solo individualmente ma con lo stile sinodale, di camminare insieme talvolta anche con fatica, sempre con la gioia cristiana rifornita di nuove energie nei giorni di Lourdes, all’unisono con la Chiesa diocesana e con il respiro della Chiesa universale. Alla Grotta di Massabielle non si dice mai addio, sempre un arrivederci gravido di gratitudine e di speranza, presentando a Nostra Signora qualche proposito di vita nuova nello Spirito. Chiedendo che quel seme divino che attraverso la Madre gloriosa del Signore è stato deposto nel cuore di ciascuno, giunga a produrre abbondanti frutti. Insomma Lourdes per la prima o l’ennesima volta, mai risulta un’ esperienza circoscritta, un avvenimento da riporre tra le dolci e care memorie, una foto da archiviare. Lourdes da evento diviene percorso di vita, di fede, di spiritualità, di umanità orientata in senso cristiano, di compagnia declinata nella carità e in una fraternità sincera e vivificante. La Vergine Immacolata tanto venerata e pregata, l’incontro con Cristo che Lei favorisce, genera la certezza di essere ascoltati, capiti, accolti, protetti e benedetti giorno dopo giorno. Ogni pellegrinaggio rinvia le persone a essere memoria del Signore Gesù e del suo Vangelo di salvezza; ci radica più profondamente nella Chiesa, ci indica qual è il nostro posto, il nostro peculiare servizio ecclesiale in concerto con gli altri. A casa, qui nella nostra terra e Diocesi biellese non ci sentiamo soltanto, ma lo siamo di fatto tutti “missionari di Lourdes”.

E così tra l’altro, si invera anticipatamente il desiderato appuntamento del prossimo anno, di ritornare alla Grotta chiamati dalla Madre di Dio e della Chiesa. E il 2025 sarà speciale: l’Anno Santo, il Giubileo!.

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