Candelo, Coronavirus: «I numeri della Fase 1 danno ragione al sindaco»

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«Nonostante le polemiche alimentate dai gruppi di minoranza, Candelo al termine della fase 1 di Covid 19 è risultato essere uno dei paesi del Biellese con pochi contagiati rispetto al numero di abitanti, come emerge dai dati pubblicati dalla Regione Piemonte» è una nota dell'amministrazione candelese a fare il punto sulla situazione Cobiv-19.
«Pertanto le strategie messe in campo dal sindaco Paolo Gelone al fine di tutelare la salute dei propri cittadini in questa fase iniziale della pandemia sono state vincenti. Da inizio marzo sono subito stati chiusi il centro diurno Tut Al Dì, il Centro anziani, la biblioteca gli impianti sportivi. In merito alla situazione della Rsa la Baraggia Srl il sindaco Gelone solo pochi giorni fa aveva donato 100 mascherine protettive».
«Sono lieto di donare alla Casa di Riposo di Candelo queste mascherine, un omaggio quale riconoscimento concreto alla buona gestione della struttura in questo periodo di emergenza. In un contesto particolarmente delicato e difficile in modo particolare proprio per le residenze per anziani in tutto il nord Italia, la Rsa candelese si è distinta, oltre che per la collaborazione e sinergia con l’amministrazione, anche per l’alta professionalità e la saggia prudenza portate avanti fin dal principio, con decisioni e procedure che, mettendo al primo posto la salvaguardia della salute, hanno contribuito a mantenere al sicuro i nostri anziani. Infatti in questa prima fase non ci sono stati casi di contagiati ne tra gli ospiti ne tra il personale».
Inoltre domenica, 10 maggio 2020 l’Esercito è intervenuto a Candelo  presso la Rsa La Baraggia. In particolare, nuclei specializzati della Brigata Alpina “Taurinense” hanno svolto una sanificazione preventiva, impiegando procedure conformi alle disposizioni ministeriali e seguendo procedure dettate dall’Istituto Superiore di Sanità. Sotto l’attenta supervisione tecnica del Tenente Colonnello Marco Bernardoni, Ufficiale Veterinario della Brigata nonché responsabile dell’attività, i militari hanno svolto le attività mediante due distinte fasi. «Inizialmente, gli Alpini hanno operato la detersione degli ambienti, mediante l’utilizzo di sali di ammonito quaternari che, oltre a pulire e rimuovere lo sporco dalle superfici trattate, ha permesso l’attivazione delle sostanze utilizzate successivamente. La seconda fase ha previsto la disinfezione, mediante l’impiego di ipoclorito di sodio (candeggina) con una funzione biocida, ossia con lo scopo di eliminare gli agenti biologici eventualmente presenti. Questa attività si inquadra in un serrato programma iniziato lo scorso 25 aprile su richiesta dell’Unita di Crisi della regione Piemonte, in base al quale l’Esercito sta operando al momento in una cinquantina di Rsa, per sanificare circa 3.500 posti letto in tutto il Piemonte».

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