«La Pedemontana e il fotovoltaico
ci mettono in pericolo»
È stato presentato il libro per i 50 anni della cooperativa agricola La Baraggia. I rappresentanti hanno fatto il punto della situazione
La presentazione del libro di Sergio Marucchi I 50 anni della Cooperativa Agricola La Baraggia, avvenuta venerdì scorso al Palazzo dei Principi di Masserano, è stata l’occasione per fare il punto su una realtà ben consolidata del territorio, ma che deve fare i conti con un futuro particolarmente difficile.
Come ha spiegato il presidente Giovanni Oliaro, infatti, il prolungamento della Pedemontana, gli effetti dei cambiamenti climatici e la presenza “eccessiva” degli impianti fotovoltaici nelle zone agricole, mettono a rischio il lavoro dei soci e delle generazioni a venire.
La storia della Cooperativa
In realtà i 50 anni della Cooperativa sono stati compiuti lo scorso anno: era il 6 novembre 1973 quando “La Baraggia” nacque sull’onda di una grande mobilitazione popolare spontanea che si opponeva al piano di esproprio voluto dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Vercellese per la messa a coltura dei terreni del bacino irriguo dell’Ostola, 1.250 ettari di baraggia nei comuni di Masserano, Brusnengo e Castelletto Cervo.
Ne è trascorso di tempo da quel difficile momento: si è passati dall’esaltante fase di lotta contro il piano, alle iniziative politiche e sociali, alla bonifica fino alla costruzione del centro aziendale e all’avvio delle attività di allevamento e delle colture cerealicole.
Poi una seconda fase, dal 1980 ad oggi, in cui c’è stato uno sviluppo nonostante una serie di fattori esterni, primo fra tutti le difficoltà burocratiche, che hanno reso complicato il progresso fino, comunque, all’odierna stabilità.
La presentazione del libro
Nel corso della presentazione, Oliaro ha fatto il punto sullo stato attuale, ricordando i 390 soci, i 453 terreni in conduzione associata, di cui circa 225 a seminativo irriguo, e le sfide per il futuro. Non semplici da affrontare visti i cambiamenti e le nuove richieste del mercato. L’obiettivo è non rinunciare ai valori fondativi.
Ma quali sono i rischi? In un’ottica di ricambio generazionale, la prima questione riguarda il prolungamento della Pedemontana, la strada che collegherà il Biellese alla provincia di Novara e all’autostrada, i cui lavori sono partiti alla fine dello scorso anno dopo decenni di attesa.
«La Pedemontana taglierà i terreni della Cooperativa – ha detto Oliaro – per i primi tre chilometri. Grazie ad alcune prescrizioni, i danni per le colture saranno limitati ma la Cooperativa dovrà riprendere la sistemazione idraulico-agraria di nuove superfici per compensare quanto decurtato». E poi la presenza, sempre più fitta, di impianti fotovoltaici in aree agricole: «Occorre mettere un freno, almeno in queste zone». Infine la riduzione dei contributi, dovuta al cambiamento delle regole della Politica Agricola Comune e i cambiamenti climatici, per cui il bacino dell’Ostola non basta: «Perché è quasi unicamente alimentato da acqua piovana».
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