L’Asl Biella presenta i sei nuovi medici di Medicina Generale
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Nuovi Medici di Medicina Generale titolari sul territorio dell’AslBi. Recentemente la Regione Piemonte ha pubblicato una determina dirigenziale riguardante la graduatoria definitiva di assegnazione di medici relativa alle zone carenti residue 2021 di assistenza primaria, dedicate agli iscritti al Corso triennale di Formazione Specifica.All'Asl di Biella sono stati assegnati 6 medici con incarico di titolarità per altrettanti posti vacanti, distribuiti su 4 ambiti territoriali afferenti l'Azienda Sanitaria.I medici quindi si raccontano, a partire dalle proprie esperienze, in un’ottica di medicina territoriale del futuro.<- ambito di Andorno Micca: Nirupa Argentero e Camilla Pirlo - incarico a tempo indeterminato in quanto diplomate;- ambito di Valdilana: Akim Soukrat e Hamid Zariate - incarico temporaneo in quanto in fase di diploma;- ambito di Biella: Federica Cavaglià - incarico a tempo indeterminato in quanto diplomata;- ambito di Cossato: Elena Verdieva – precedentemente in servizio con incarico provvisorio, ora incarico temporaneo in quanto in fase di diploma.Inoltre, nel frattempo i già titolari Jacopo Pettinelli e Giulia Rosa (entrambi ambito territoriale di Cossato) hanno potuto innalzare il proprio massimale a 1.500 assistiti (prima ridotto) in quanto hanno recentemente conseguito il diploma di Medico di Medicina Generale.Per i nuovi medici titolari, secondo la normativa per la disciplina dei rapporti con i MMG, i tempi massimi per l’apertura degli ambulatori sono di circa tre mesi dalla data di ricevimento della lettera di comunicazione del conferimento dell’incarico da parte dell’Azienda Sanitaria.In questo senso, la Direzione di Distretto dell’AslBi confida di poter fornire alla cittadinanza indicazioni a breve sulle modalità di inserimento negli elenchi dei nuovi medici.«Un buon numero di nuovi medici ha scelto il territorio dell’AslBi per iniziare o proseguire la propria carriera – commenta Barbara Bragante, Direttore di Distretto – Con queste figure instaureremo una collaborazione intensa finalizzata anche ad avviare le attività future previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che vede nel Medico di Medicina Generale l’attore principale per la salute dei cittadini sul territorio».I nuovi Medici di Medicina Generale titolari - «Sentiamo senso di responsabilità per la carriera che ci apprestiamo a intraprendere» “Collaborazione”. Questa la parola che accomuna la visione del futuro dei nuovi Medici di Medicina Generale titolari dell’AslBi, sia tra colleghi stessi sul territorio che con gli specialisti ospedalieri, nell’ottica di una sempre maggior interazione tra le parti a beneficio del paziente e del cambiamento delle esigenze degli assistiti anche alla luce di quanto emerso durante i mesi più intensi della pandemia.«Sentiamo senso di responsabilità per la carriera che ci apprestiamo a intraprendere – commentano – Abbiamo già potuto conoscere colleghi più anziani e creare una nostra rete. La sinergia sarà basilare per portare avanti nuovi aspetti della professione, come la telemedicina, e dare nuovo risalto alla figura del Medico di Medicina Generale».- ambito di Andorno Micca: Nirupa Argentero, classe 1991 - «Ho indicato questo ambito territoriale perché lo conosco e mi piace la zona. Credo che vi siano margini per una crescita come “gruppo” con i colleghi»«Il mio primo approccio come Medico di Medicina Generale è stato durante la sostituzione di un collega durata due mesi nel 2018, in Valdilana, dopo la laurea. Si era instaurato un bel rapporto con i pazienti, che non riguardava solo l’aspetto clinico ma, più in generale, la complessità psicologica delle persone. Grazie a questa esperienza, quasi per caso, ho capito che mi sarebbe piaciuto proseguire su questa strada e nel 2019 ho iniziato il Corso di Formazione Specifica.Ho indicato l’ambito di Andorno Micca perché lo conosco e mi piace la zona. Credo inoltre che vi siano margini per una crescita come “gruppo” con i colleghi: la collaborazione è un aspetto fondamentale per il rilancio di questa professione. La “solitudine” può essere un aspetto negativo di questo lavoro, per cui avere una sinergia con i colleghi con cui confrontarsi, anche nella gestione dei casi clinici, all’inizio della carriera ma non solo, è molto importante.Quello della collaborazione tra medici è un aspetto che abbiamo compreso ancora di più durante la pandemia, nella quale io ho prestato servizio come Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), in aggiunta al mio incarico in Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica). L’impatto del Covid è stato notevole e all’inizio non si sapeva esattamente come gestire la situazione, ma collaborando abbiamo trovato il modo per essere quotidianamente di aiuto alla popolazione».- ambito di Andorno Micca: Camilla Pirlo, classe 1992 - «La gestione del paziente nella sua complessità anche da un punto di vista sociale e familiare: è per questo motivo che ho deciso di intraprendere il Corso di Medicina Generale, sperando di poter rimanere a contatto con questo territorio e con le persone, considerate non soltanto pazienti»«Il rapporto tra il Medico di Medicina Generale e gli assistiti è un aspetto che mi ha coinvolto da sempre, per la gestione del paziente nella sua complessità anche da un punto di vista sociale e familiare. È per questo motivo che, dopo la laurea, ho deciso di intraprendere il Corso di Medicina Generale, sperando di poter rimanere a contatto con questo territorio e con le persone, considerate non soltanto pazienti: da qui la scelta dell’ambito territoriale.In quanto ad esperienza, nell’autunno 2019 ho iniziato il servizio in Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), impegnandomi poi per tutto il periodo della pandemia dal marzo 2020 anche in Usca.È stato un impatto importante professionalmente, ma anche uno spunto di riflessione sull’importanza della medicina di gruppo e della collaborazione tra colleghi per cercare di affrontare al meglio la propria attività, a vantaggio del paziente per il quale il Medico di Famiglia è il primo punto di riferimento». - ambito di Valdilana: Akim Soukrat, classe 1994 - «Stiamo attraversando un periodo di cambiamento, pertanto la collaborazione tra di noi sarà fondamentale»«Inizialmente ero indeciso sul da farsi, poi ho maturato la decisione di diventare Medico di Medicina Generale quando ho frequentato un periodo di tirocinio presso l’ambulatorio di un collega della zona. Apprezzo l’approccio olistico di questa professione, la complessità dell’assistenza al paziente, il dialogo e il confronto costante che generalmente non vi è in altre specialità. Questa attività invece è caratterizzata anche da un rapporto di crescita con gli assistiti, lungo il corso degli anni prendendo carico delle problematiche.Essendo di Strona, ho scelto l’ambito di Valdilana trattandosi di un territorio che già conosco da vicino, non solo in un’ottica di luoghi ma anche di complessità e caratteristiche della comunità.Finora mi sono occupato di Continuità Assistenziale e, fino alla fine dello scorso anno, sono stato di supporto al Sisp nella gestione del Covid nelle scuole su tutto il territorio afferente l’Asl.Stiamo attraversando un periodo di cambiamento pertanto la collaborazione tra di noi sarà fondamentale, anche in un’ottica di interscambio continuo tra medicina ospedaliera e territoriale e di confronto con gli specialisti».- ambito di Valdilana: Hamid Zariate, classe 1983 - «Seguire il paziente in un percorso specifico e cronico è ciò che più si addice al mio carattere e alla mia predisposizione in campo medico»«Nel corso di questi anni di lavoro ho avuto modo di fare alcune esperienze di medicina territoriale, non solo nel Biellese ma anche in grandi città e fuori regione. In base a questi trascorsi posso dire che seguire il paziente in un percorso specifico e cronico è ciò che più si addice al mio carattere e alla mia predisposizione in campo medico.Sono cresciuto nella zona di Valdilana e ho un bel ricordo delle persone, quindi ho scelto quel determinato ambito. Ho frequentato lì le scuole, la mia famiglia è conosciuta e ai tempi era stata bene accolta, mi è sembrato giusto prendere questa decisione.Mi piacerebbe molto intraprendere attività comuni con i colleghi anche al di fuori degli ambulatori e dall’attività routinaria, magari nelle scuole e con altre figure professionali quale possono essere gli infermieri». - ambito di Biella: Federica Cavaglià, classe 1991- «In questa professione la pandemia ci ha insegnato che bisogna riorganizzare l’attività in funzione del fatto che l’ambulatorio come lo conosciamo tradizionalmente dev’essere ripensato»«Ho sempre preferito la medicina territoriale rispetto a quella ospedaliera, pertanto ho deciso di proseguire in questa direzione essendo anche a conoscenza del fatto che quella del Medico di Medicina Generale è una figura particolarmente ricercata a livello diffuso su tutto il territorio nazionale. La scelta dell’ambito territoriale è ricaduta su Biella principalmente per una questione organizzativa legata all’attività ambulatoriale.Durante il percorso di studio e formazione ho avuto modo di prestare servizio come Continuità Assistenziale e Usca, in quest’ultimo caso durante il periodo di pandemia fin da suo inizio. È stato un banco di prova impegnativo, che ho vissuto insieme ad altri medici conosciuti frequentando il Corso triennale di Formazione Specifica in Medicina Generale.In questa professione la pandemia ci ha insegnato che bisogna riorganizzare l’attività in funzione del fatto che l’ambulatorio come lo conosciamo tradizionalmente dev’essere ripensato. Per le persone la figura sanitaria più “accessibile” sul territorio è quella del Medico di Medicina Generale cui, a mio parere, può essere utile affiancare altre profili professionali di segreteria o infermieristici per rispondere sempre più efficacemente alle esigenze degli assistiti».- ambito di Cossato: Elena Verdieva, classe 1978 - «Dopo 8 anni attività di chirurgia generale ho deciso di cambiare perché ho avuto modo di apprezzare la figura del Medico di Medicina Generale, che in Russia è intesa diversamente»«Prima di arrivare in Italia ho svolto per 8 anni attività di chirurgia generale nel mio Paese d’origine, in Russia; qui ho deciso di cambiare perché ho avuto modo di apprezzare la figura del Medico di Medicina Generale, che in Russia è intesa diversamente.Da diverso tempo ero già operativa tramite un incarico provvisorio sempre nell’ambito di Cossato, poco distante da dove abito. Conoscendo i pazienti e la situazione generale, ho quindi deciso di proseguire portando avanti l’ambulatorio che già gestisco».
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