Carenza di medici, il piano di rilancio dell’Asl tra specializzandi e Teaching Hospital
In difficoltà soprattutto il Pronto Soccorso: si attende la nomina del nuovo direttore. I “gettonisti” soluzione temporanea
Non solo medici gettonisti: per provare a ovviare alla carenza di medici - un problema nazionale, non solo regionale e locale - l’Asl sta puntando su una strategia variegata. Da un lato prevede l’impiego massiccio di specializzandi (96 quelli che hanno frequentato dal 2021 al primo trimestre del 2024 i reparti dell’ospedale durante il loro percorso universitario) e studenti universitari (193 quelli dell’università di Torino che hanno frequentato il presidio sanitario biellese negli ultimi tre anni). Dall’altro si cercherà di superare il problema con la partenza del “Teaching Hospital”, il progetto sperimentale per la formazione sanitaria d’eccellenza voluto dalla Regione Piemonte e in particolare dalla nuova vicepresidente Elena Chiorino. Abbiamo chiesto ai vertici Asl di fare il punto della situazione.
In una determina uscita negli ultimi giorni l’Asl ha individuato tre aree in sofferenza: Radiologia, Pronto Soccorso e Anestesia e Rianimazione. Quali soluzioni sono state individuate per porre fine a questa situazione? E c’è un motivo specifico per il quale sono andati in difficoltà soprattutto questi tre reparti?
Per quanto riguarda la procedura indetta nei giorni scorsi, l’obiettivo è poter continuare ad assicurare la copertura dei turni ove già presenti e l’unico incremento significativo riguarda l’area dell’Emergenza con due turni sulle 24 ore, mentre prima era solo uno al giorno. Radiologia e Anestesia e Rianimazione non hanno avuto alcun aumento di copertura dei turni. Per l’attività radiologica, prevalentemente dedicata al Pronto Soccorso, si tratta di un turno diurno al giorno (sabato e domenica esclusi). Mentre per Anestesia e Rianimazione i turni sono stati ridotti, a seguito dell’avvenuto completamento dell’organico. Ne sono stati mantenuti alcuni residuali (3-4 alla settimana), in ragione del fatto che alcuni medici neo assunti stanno ultimando la scuola di specialità e quindi oltre all’orario ridotto (32 ore settimanali previste dal Decreto Calabria), al momento non possono ancora svolgere in autonomia turni notturni né rientrare nella turnistica della pronta disponibilità.
Di quanti medici c’è necessità in Radiologia, Pronto Soccorso e Anestesia e Rianimazione?
L’area dell’Emergenza è quella su cui si è fatto maggiormente ricorso a servizi medici di supporto sia perché si tratta dell’ambito in cui escono meno medici dalle scuole di specialità, sia in riferimento al fatto che si tratta di servizi h24. Anche i turni forniti per l’attività di Radiologia dai servizi esterni vanno a copertura dell’attività diagnostica in Pronto Soccorso. In Radiologia permane una carenza di medici rispetto alla quale si prevede al momento l’assunzione di un medico a tempo indeterminato a gennaio 2025. Mentre il prossimo obiettivo per l’Emergenza è la copertura dell’incarico di direttore della struttura complessa di Medicina e Chirurgia d’Urgenza. Il reparto di Anestesia e Rianimazione, come spiegato, vedrà progressivamente ridurre la quota di turni forniti da servizi esterni, non appena i medici specializzandi, che sono a tempo determinato, potranno essere assunti a tempo indeterminato, ultimata la specialità.
Come sta affrontando l’Asl di Biella questa fase di generale difficoltà, radicata non solo a livello regionale o locale ma anche nazionale, nel reperire medici soprattutto di alcune specialità?
L’Asl di Biella si sta muovendo in un contesto di carenza di medici specialisti, che non è circoscrivibile a una problematica di dimensione locale, bensì nazionale, trasversale a tutto il Paese. A questa situazione, stiamo rispondendo con soluzioni di breve termine, tra cui convenzioni e acquisto di servizi esterni, prevalentemente per garantire attività nell’ambito di servizi h24 o riconducibili all’area dell’Emergenza, ma anche con strategie per creare nel medio termine una prospettiva concreta di sviluppo per la sanità biellese e i suoi cittadini. Nell’ambito del piano di rilancio si sta continuando a lavorare per accrescere l’attrattività dell’ospedale con progetti come la robotica, che sta procedendo molto bene, la nuova sala ibrida e il Teaching Hospital.
L’andamento dell’attività di ricovero e di prestazioni ambulatoriali ha risentito di questa situazione generale?
L’andamento generale sia dei ricoveri sia delle prestazioni ambulatoriali va nella direzione di un riallineamento con il 2019, ossia con i dati di attività prima della pandemia. Nonostante l’attuale carenza di professionisti determinata dal numero insufficiente di giovani medici che escono dalle scuole di specialità, rispetto allo stesso periodo del 2023, ossia i primi cinque mesi, sono in crescita sia il numero di ricoveri sia di volume di prestazioni ambulatoriali erogate. Sempre tra gennaio e maggio di quest’anno, in termini mobilità attiva nell’ambito dei ricoveri si è registrato un dato in crescita rispetto non solo allo stesso periodo del 2023, ma anche rispetto a prima del Covid: con 1.204 ricoveri da gennaio a maggio 2024 di persone che da fuori provincia si sono rivolte al nostro ospedale per farsi ricoverare a fronte di 997 nei primi cinque mesi del 2019. L’obiettivo è continuare nella direzione della qualità, dell’innovazione, della sinergia con il territorio e con gli stakeholder istituzionali e del terzo settore. In questo modo sarà possibile attraversare questo contesto non facile, continuando ad accrescere l’attrattività della sanità biellese nei confronti dei professionisti, come è avvenuto per alcuni reparti che in questi anni hanno recuperato e consolidato l’organico, quali ad esempio Ostetricia e Ginecologia, Cardiologia, Chirurgia Vascolare, il servizio di Anatomia Patologica e più recentemente Ortopedia e Traumatologia, Anestesia e Rianimazione.
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