Lotta ai tumori, al via la nuova campagna di Lilt

L’attenzione soprattutto sulle nuove generazioni e sulle sigarette elettroniche

La prima causa di morte evitabile

Il fumo è la prima causa di morte evitabile nella nostra società ed è legato all’insorgenza di un tumore su tre: il 72% dei tumori del polmone e più del 95% dei tumori della vescica vedono nel fumo di sigaretta il loro principale fattore di rischio.

Il consumo di tabacco (tabagismo) rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio, oltre che nello sviluppo delle patologie neoplastiche, anche di quelle cardiovascolari e respiratorie.

L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo (entro il 2030 si potrebbe raggiungere quota 8 milioni) e si stima che nel XXI secolo il tabagismo avrà causato fino a un miliardo di morti.

Sempre secondo l’OMS, il tabacco uccide circa la metà dei suoi consumatori, e il Ministero della Salute stima che ogni anno in Italia oltre 93.000 morti siano attribuibili al fumo.

I dati sul consumo

Le analisi condotte nel biennio 2021-2022 evidenziano che in Italia il 24% dei 18-69enni fuma e, di queste, una persona su quattro consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno.

L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (anche se la differenza va progressivamente assottigliandosi) e nella fascia di età 25-44 anni.

Dati che confermano la tendenza degli ultimi dieci anni: dagli anni ’60, infatti, in Italia il numero dei fumatori è sceso costantemente fino al 2010 ma in concomitanza con la diffusione della sigaretta elettronica e dei prodotti a tabacco riscaldato, questo lungo trend di decrescita si è pericolosamente arrestato.

La vera emergenza riguarda gli adolescenti: nel mondo, ragazzi e ragazze utilizzano le sigarette elettroniche a tassi più elevati rispetto agli adulti. Si stima che 37 milioni di giovani di età compresa tra 13 e 15 anni fumino tabacco (dati World Health Organization).

I giovanissimi sono ancora più vulnerabili degli adulti di fronte a un dispositivo colorato e profumato, erroneamente considerato innocuo e talvolta regalato dagli stessi famigliari. Anche se le leggi in vigore vietano ai minorenni l’acquisto di dispositivi di fumo, i dati dicono che già all’età di 10 anni si accende la prima sigaretta o, ancora più spesso, si inizia a svapare.

Tra gli 11 e i 13 anni, il 57,9% degli adolescenti fumatori scelgono la sigaretta elettronica. Tra i 14 e i 17 anni, il 38,7% sceglie un fumo misto con preferenza per la sigaretta tradizionale. Oltre i 15 anni, il 74,3% dei fumatori sceglie le sigarette tradizionali (fonte: Rapporto nazionale sul Tabagismo – Istituto Superiore di Sanità). Un trend che contraddice in pieno l’innocuità della sigaretta elettronica.

I rischi delle sigarette elettroniche

L’OMS da tempo ha messo in luce i rischi per la salute legati all’utilizzo di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato che riguardano in particolare i disturbi respiratori (attacchi di asma, sintomi respiratori ricorrenti, polmoniti, episodi di insufficienza respiratoria acuta).

Meno conosciuti sono ancora gli effetti a lungo termine, anche se recentemente uno studio dell’University College of London ha dimostrato che chi utilizza le “puff” presenta le stesse alterazioni del DNA nelle cellule del cavo orale dei fumatori di sigarette tradizionali. Alterazioni legate a fenomeni di carcinogenesi e allo sviluppo futuro di tumore del polmone.

Inoltre, i risultati di uno studio sostenuto da Fondazione AIRC e condotto all’Istituto Mario Negri di Milano, hanno evidenziato che questi prodotti non aiutano a smettere ma, al contrario, aumentano il rischio che i non-fumatori inizino a fumare sigarette tradizionali (il rischio è fino a 9 volte maggiore rispetto a chi non le utilizza) e che gli ex-fumatori ricadano nella dipendenza da tabacco.

Non è un caso che in Inghilterra, dove per molti anni le sigarette elettroniche sono state proposte come alternativa meno pericolosa alle sigarette tradizionali, ci si stia avviando grazie alla politica della “Smoke Free Generation” verso una stretta decisiva anche nei confronti delle sigarette elettroniche usa e getta.

Anche la Francia ha annunciato un giro di vite, mentre il Belgio è in attesa del via libera dell’Ue per vietarle. La Nuova Zelanda, nota per le sue severe linee guida antitabacco, ha introdotto una nuova serie di regole per proteggere i giovani, come un livello più basso di nicotina, nomi di aromi “meno affascinanti” e il divieto di aprire Vape Shop nelle vicinanze delle scuole.

Il danno ambientale causato dalle “puff” usa e getta

Introdotte sul mercato nel 2020, le sigarette elettroniche usa e getta sono diventate via via sempre più popolari soprattutto tra gli adolescenti anche grazie alla possibilità di acquistarle facilmente online.

Non bastasse il danno in termini di salute che suscita molte preoccupazioni tra i professionisti della salute pubblica, anche a livello ambientale le usa e getta sono una catastrofe. Contengono una combinazione di plastica, metalli e batterie al litio, che complicano il loro riciclaggio. Questi materiali richiedono processi specializzati per essere separati e riciclati correttamente. I residui tossici che si trovano nelle sigarette elettroniche, come la nicotina e altri prodotti chimici, possono sfuggire ai circuiti di smaltimento tradizionali, contaminando il suolo e le acque. Questa contaminazione rappresenta un rischio significativo per la salute ambientale e pubblica. Inoltre l’introduzione sul mercato delle e-cig da parte dei giganti del tabacco ha portato a un aumento della loro disponibilità e consumo. Questo incremento pone sfide aggiuntive in termini di gestione dei rifiuti e inquinamento ambientale, data la loro natura monouso e il volume di produzione.

La campagna di LILT per svelare l’inganno del fumo

La lotta al fumo è uno dei cardini fondamentali della LILT.

Ispirandosi al tema lanciato quest’anno dall’OMS per la Giornata Mondiale senza Tabacco, (“Proteggere i bambini dalle interferenze dell’industria del tabacco”), in occasione dell’ultima assemblea nazionale, la Sede Centrale ha organizzato un evento di approfondimento con pneumologi, epidemiologi ed esperti di tabagismo sui nuovi dispositivi di fumo che dilagano tra i giovanissimi e promosso una campagna di sensibilizzazione digitale sui rischi per la salute correlati allo svapare, che usa linguaggio e canali degli adolescenti.

LILT ha quindi collaborato con mangatoker e influencer al lancio di una nuova saga manga, “Kemuri no giman. Inganno di Fumo” con villain spietati e ingannevoli, che dapprima si presentano dolci e innocui e poi si trasformano in mostruosi killer.

Sweet Nightmare, Scary Corn e Psycho Cherry sono solo alcuni dei personaggi che hanno invaso nelle scorse settimane Tik Tok e Instagram generando la curiosità di tutta la community: mangatoker e influencer hanno presentato la saga “Kemuri no giman. Inganno di Fumo” sui loro canali come una speciale anteprima, per svelare solo il 31 maggio nella Giornata Mondiale senza Tabacco la natura del progetto e rivelare che questi personaggi ingannevoli non sono frutto della fantasia ma sono presenti nella vita di tutti i giorni e hanno invitato i followers a non farsi ingannare dagli aromi delle sigarette elettroniche perchè «anche un cattivo che sa di buono è pur sempre un cattivo».

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