Diario di Viaggio: un anno in Australia

Annibale Sangiorgi racconta la sua esperienza di studio all’estero

Annibale Sangiorni che frequenta la quarta al Liceo Sella: è partito nel mese di luglio per un anno di studio da trascorrere in Australia, grazie a un programma del Rotary club. Attraverso le pagine del giornale racconta la sua esperienza.

Ecco il primo resoconto del suo “Diario di viaggio”:

è iniziato lunedì 9 luglio 2024. Dopo settimane di attesa e dopo aver salutato amici e parenti vengo accompagnato all’aeroporto da mia mamma, mio papà e mio fratello Achille. Al check in del volo abbiamo qualche problema che poi riusciamo a risolvere e quindi arriva il momento di fare le ultime foto e salutare tutti prima di entrare al gate.

Qualche ora di attesa e mi imbarco per poi alle 22.15 partire sul volo Etihad Airways in direzione Abu Dhabi. E’ un volo notturno quindi dopo aver fatto qualche foto al decollo mi viene facile addormentarmi.

Quando mi sveglio le 5 ore e 55 minuti di volo sono già quasi passate e mi rendo conto che ormai non si torna più indietro, sarò per un anno lontano da tutte le persone che conosco dall’altra parte del mondo. All’atterraggio ad Abu Dhabi sono le 6.55 ora locale però nonostante non abbia dormito molto l’eccitazione non mi fa sentire la stanchezza. Mi aspettano 4.25 h in aeroporto e spendo la prima ora a visitare il terminal e comprare qualcosa da mangiare.

Attese 3 ore aprono l’accesso al gate e io sono il primo ad entrare nell’area. Al controllo del bagaglio a mano mi trovo di fronte ad una addetta alla sicurezza dall’aria molto severa. Il suo inglese era tuttaltro che perfetto e non riuscivo a capire le istruzioni che mi dava. Ero l’unica persona che stava facendo i controlli in quel momento e non sapevo bene come muovermi. Nonostante il tono molto alto e aggressivo che la signora utilizzava non riuscivo a capire cosa dovessi fare a causa del suo forte accento arabo. Appena arrivato di fronte a lei e consegnato lo zaino mi rimprovera perché ero troppo vicino al tavolo dove analizzava il mio zaino. Mi fa aprire lo zaino e me lo fa svuotare completamente, cosa normale durante i controlli. Però all’interno del mio zaino c’erano oggetti che lei non riconosceva e per questo mi ha fatto dare una spiegazione molto dettagliata. Per esempio nello zaino avevo i miei pattini avvolti nella plastica. Dopo averli scartati la signora non capiva cosa fossero e allora le ho spiegato. Tuttavia non le bastava sapere cosa fossero ma perché li stavo portando nel bagaglio a mano e non nella valigia in stiva. Mi ha detto che di solito nel bagaglio a mano si portano cosa importanti che possono essere utili da avere a disposizione durante il viaggio e

non capiva perché io stessi portando dei pattini nel bagaglio a mano. Allora le ho spiegato che hanno un grande valore e che avevo paura che lasciandoli nella stiva potessero andare persi con le mie valigie. Nonostante fosse visibilmente non ancora convinta ha preso per buona la mia giustificazione e mi ha lasciato andare, anche perché ormai dietro di me si era creata una fila di persone. Dopo questo episodio ero un po’ spaventato e un po’ infastidito perché mi aveva trattato male senza nessun motivo valido. A quel punto mentre mostravo la carta di imbarco cercavo di ascoltare la sua conversazione con la signora che era in fila dietro di me e lì ho capito che il problema non ero io ma era l’addetta al controllo, usava il tono aggressivo e inquisitorio con tutti i passeggeri.

Mi imbarco sull’aereo e alle 10.35 il mio volo parte in direzione Sydney. La durata del volo era di 13.55 minuti, molto lunga. Appena sistemato e decollato il volo mi sono intrattenuto con il telefono e l’intrattenimento di bordo, però dopo un ora ero già stufo e non mi andava più di guardare lo schermo. Da quel momento è iniziato un loop di 12 ore dove dormivo 20 minuti, mi svegliavo, andavo in bagno, guardavo un pezzo di un film e mi riaddormentavo con una qualità del sono davvero molto bassa. Questo loop veniva interrotto solo quando mi portavano qualcosa da mangiare e allora facevo quello per dieci minuti e poi il loop riprendeva. E’ stato un viaggio eterno, anche perché ho fatto l’errore di concedere il mio posto al figlio del signore seduto di fianco a me per prendere un sedile che secondo me era ben peggiore di quello che mi era stato assegnato in origine. Dopo un infinità di ore finalmente l’aereo è atterrato a Sydney alle 6.10 ora locale.

Una volta atterrato ho superato controlli e sono andato a ritirare le valigie in stiva perchè dovevo cambiare dal terminal internazionale a quello per i voli locali in Australia. Dopo mezz’ora aspettando le mie valigie sul rullo finalmente le ho trovate tirando un sospiro di sollievo per non averle perse. Ho fatto il trasferimento tra i due terminal e sul bus di servizio mi sono goduto l’alba di Sydney. E’ in quel momento che ho realizzato di essere arrivato in Australia, posto completamente diverso da casa e lontano da tutti quanti.

Arrivato al terminal ho fatto il check in per l’ultimo volo del mio lungo viaggio, direzione Cairns, la destinazione finale.

Effettuato il check ho aspettato le ultime tre ore prima di decollare alle 10.30 di mercoledì 10 luglio 2024.

Questo era il più corto dei voli e durava solo 3.05 h. Appena decollati ho fatto amicizia con una famiglia pronta per la sua vacanza seduta di fianco a me e dopo aver chiacchierato un po’ per fortuna sono riuscito ad addormentarmi. Mi sono svegliato a circa un ora dall’atterraggio e in quel momento sono iniziati tutti i pensieri buoni e cattivi. Avevo paura ma allo stesso tempo ero contento per quello che stavo per fare. Nel giro di poche ore avrei incontrato la famiglia che mi avrebbe accolto in questa esperienza e con la quale avrei dovuto vivere per almeno 3 mesi se non di più. In quel momento pensavo a tutte le cose che potevano andare male ma allo stesso tempo a quanto potesse essere bello. Quando sono partito ero consapevole che non sarebbe stato tutto perfetto e come volevo io però ero contento lo stesso. Un anno è un periodo lunghissimo e succede di tutto. Sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà ma che in qualche modo me la sarei cavata. Durante il volo ho pensato che anche se non avessi trovato amici, non mi sarebbe piaciuta la famiglia ospitante, sarei stato solo, mi sarebbero mancati la famiglia e gli amici sarei tornato a casa cresciuto e che dopo sarei stato pronto ad affrontare tutto. Ero spaventato ma pronto. Sapevo che bastava che vedessi e reagissi a ciò che accadeva nel modo giusto.

Atterrato all’aeroporto di Cairns ero teso perché da quel momento a pochi istanti avrei incontrato la mia prima famiglia. Nella zona arrivi dell’aeroporto ad aspettarmi c’erano Paul e Sharon, genitori ospitanti, Michael, il mio Rotary counsellor e Rita, membro del mio Rotary Host Club e mia mamma ospitante nella seconda famiglia.

L’accoglienza è stata fantastica, ero molto stanco dal viaggio ma contento di essere arrivato.

Subito dopo mi hanno portato nella mia nuova casa e dopo avermi mostrato la mia stanza mi hanno concesso subito qualche ora per riposarmi dopo il viaggio e fare una bella dormita nel mio nuovo letto.

Dopo 31 ore e 20 minuti il mio viaggio era terminato. Il volo di ritorno sarebbe stato 358 giorni dopo e in tutto questo tempo avrei dovuto vivere la mia vita a 14977 km da casa, a Cairns, Australia.

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